2013-10-12 14:14:52

Pakistan: cristiani vite a rischio. Mons. Coutts: siamo cresciuti nella fede


In Pakistan, colpito recentemente da un attentato contro una chiesa, che ha provocato oltre 120 morti, desta preoccupazione la condizione dei cristiani. Nel Paese, è in vigore una contestata legge sulla blasfemia: un’accusa rivolta anche ad Asia Bibi, cattolica, madre di cinque figli, in carcere dal 2009. Al microfono di Davide Maggiore, parla di questa norma mons. Joseph Coutts, arcivescovo di Karachi:RealAudioMP3

R. – Questa legge non è rivolta direttamente contro i cristiani. Il problema è che è molto facile usarla in modo cattivo, negativo. Con questa legge, è molto facile accusare qualcuno e può essere usata anche contro un musulmano. Quando qualcuno viene accusato diventa poi molto difficile dare prova della propria innocenza. Quando si viene accusati di blasfemia la seconda cosa pericolosa è quando l’Imam da l’annuncio attraverso l’altoparlante della Moschea che qualcuno ha commesso blasfemia. Così è successo nel 2009 anche in una piccola città che si chiama Gojra dove – senza pensarci, o informarsi sulla legittimità dell’accaduto – hanno attaccato il quartiere abitato da cristiani ed otto di loro sono morti. In quel caso, ci sono stati anche tanti buoni musulmani che, a seguito di questa azione, hanno detto che ciò non sarebbe dovuto accadere.

D. – Un altro caso molto noto di applicazione della legge contro la blasfemia è quello di Asia Bibi. Avete nuove notizie su di lei?

R. – Noi abbiamo sia un tribunale di primo grado, sia l’Alta Corte di appello. Per quanto riguarda questo caso, la causa di Asia Bibi si trova ancora in attesa dell’appello all’Alta Corte di Lahore. Dobbiamo ancora aspettare.

D. – Quindi, non si sa nulla di come lei viva in carcere e di come stia di salute?

R. – Io non ho notizie dirette perché sono molto lontano, mi trovo a più di mille chilometri verso sud. Ci sono tanti gruppi, come la nostra Commissione “Giustizia e Pace” ed altre Ong, che vogliono aiutare ed aiutano concretamente.

D. – Purtroppo, a settembre abbiamo visto un terribile attentato colpire una Chiesa di Pashawa. Per quanto riguarda l'affluenza alle Messe, sulle persone che vanno a Messa questi attentati hanno avuto un effetto o continuano a recarsi a Messa e a dare una testimonianza di fede?

R. – I cristiani sembrano esser diventati più forti nella fede. Non hanno paura di andare in Chiesa, infatti la domenica dopo l’attentato la Chiesa era piena.

D. – Abbiamo anche testimonianze di musulmani che aiutano i cristiani e che hanno voluto proteggere le Chiese...

R. – Non dobbiamo dimenticare che quando parliamo di estremisti e terroristi non dobbiamo credere che tutti i musulmani siano così. La maggioranza dei musulmani in Pakistan sono molto moderati. Viviamo tutti insieme anche nelle nostre scuole cristiane dove vengono anche i musulmani a studiare. C’erano anche tanti musulmani adesso quando sono venuti da me per le “espressioni di simpatia”. Ci sono gruppi – come la Commissione per i diritti umani, o i gruppi indipendenti – dove quasi tutti sono musulmani e sono molto bravi. Azano la voce contro le ingiustizie verso le minoranze religiose, ma anche contro altre ingiustizie.







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