Il commento di don Ezechiele Pasotti al Vangelo della Domenica
Nella 28.ma Domenica del Tempo ordinario, la liturgia ci propone il Vangelo in cui
Gesù guarisce dieci lebbrosi. Solo uno di essi, un samaritano, lo ringrazia. Gesù
allora dice:
«Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove
sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori
di questo straniero?».
Su questo brano evangelico ascoltiamo una breve
riflessione di don Ezechiele Pasotti, prefetto agli studi nel Collegio Diocesano
missionario “Redemptoris Mater” di Roma:
Il Vangelo di
questa domenica esalta la misericordia gratuita del Signore e la fede che diventa
gratitudine a Dio. Dieci lebbrosi si trovano nei pressi di un villaggio dove passa
Gesù nel suo viaggio verso Gerusalemme. La Legge era severissima con i malati di lebbra,
ne imponeva l’allontanamento dalla comunità d’Israele. Gesù si fa incontrare da questi
dieci lebbrosi, che lo riconoscono e gridano a Lui: “Abbi pietà di noi”! Questo grido
non è solo l’espressione del loro dolore: essi riconoscono in Gesù la visita di Dio.
Gesù accoglie il loro grido e risponde: “Andate a presentarvi al sacerdote”. Era la
via legale per essere dichiarati guariti ed accolti nuovamente tra il popolo. Tutti
e dieci riconoscono in Gesù Dio che passa, gli obbediscono e vanno a presentarsi al
sacerdote. E mentre vanno sono guariti. A nove di loro basta la guarigione: non cercano
altro da Dio. Il decimo – un samaritano, uno straniero – non si accontenta di questo
e riceve la grazia della “fede che salva”. Non vuole un “Dio a suo servizio”, sa che
la vita è un dono di Dio per una missione. Torna a rendere grazie al Signore, che
si meraviglia che solo questo straniero desideri la fede che salva. Non è solo la
gratitudine in gioco qui: è la fede. La fede che ribalta la vita, che la strappa dalla
banalità, dal vuoto, dalla solitudine, e la mette dentro il disegno di Dio, che ci
permette di vedere tutto come un dono suo, che ci stabilisce nella gratitudine, nel
rendimento di grazie. Un dono che ci riporta grati nella comunità dei fratelli dove
c’è Cristo, a rendere grazie, a celebrare l’Eucarestia.