Studenti in piazza: più finanziamenti all'istruzione e meno austerity
Studenti in piazza in circa 80 città italiane per chiedere il rifinanziamento totale
dell’istruzione pubblica. Nella manifestazione organizzata a Milano qualche incidente
con la polizia, quando il corteo studentesco ha provato a sfondare il cordone in via
Donizetti. E lungo tutti i cortei i giovani si sono fermati per tributare un minuto
di silenzio ai morti nella tragedia di Lampedusa. Da Palermo a Milano, secondo gli
organizzatori erano circa 50 mila, con cortei, sit-in, slogan e striscioni.
Il servizio di Elvira Ragosta:
“Non c’è più
tempo” è lo slogan, e si riferisce alle politiche di austerity che penalizzano
il diritto allo studio in un sistema scolastico che, per gli studenti in corteo, usa
didattica e metodi di valutazione antichi e non inclusivi. Il bilancio del Ministero
dell’istruzione ammonta a 50 miliardi di euro: bastano per la scuola pubblica italiana?
Francesco Scrima, segretario nazionale Cisl scuola:
“I 50 miliardi
per più del 90% sono utilizzati per pagare gli stipendi al personale. Bisogna considerare
altri soggetti coinvolti in termini di responsabilità e di gestione della partita
della scuola: le Regioni come i Comuni, per quanto riguarda il diritto allo studio,
l’edilizia scolastica …”.
Solo 500 mila euro: è la quota riservata alle
scuole paritarie che dal 2000 sono entrate a far parte del sistema pubblico integrato;
cosa diversa sono le scuole private e i cosiddetti “diplomifici”:
“La questione
del finanziamento alla scuola paritaria non può mai essere affrontata in termini ideologici.
Ci sono alcuni segmenti, quali quello della scuola dell’infanzia, dove si raggiungono
addirittura percentuali quasi del 50%, e sono presenti laddove non è presente la scuola
dell’infanzia statale. Oggi, la competitività avviene a livello di sistemi e vincono
quei Paesi che non sono ricchi di materie prime: sono ricchi di materia "grigia".
La materia grigia non si estrae dal sottosuolo: la materia grigia si crea, si forma,
si plasma nella scuola, nell’università, nella ricerca”.