Nigeria. Delta del Niger: uccisa una missionaria laica italiana
Uccisa, probabilmente nel corso di una rapina, nonostante il suo impegno per il diritto
allo studio e l’inserimento professionale dei ragazzi e delle ragazze del Delta del
Niger: è accaduto questo, riferisce all'agenzia Misna chi la conosceva bene, alla
missionaria laica italiana Afra Martinelli. La donna, 78 anni, da 30 al servizio della
Chiesa locale della Nigeria, è stata trovata riversa nella sua casa la notte del 26
settembre. Secondo Marisa Nodari, responsabile di Cuore amico fraternità di Brescia,
un’associazione caritativa impegnata nel sostegno alle attività della missionaria,
la notizia dell’assassinio è stata diffusa solo oggi. La donna sarebbe stata colpita
alla nuca con un machete e sarebbe morta a causa delle ferite alcuni giorni dopo l’aggressione.
“Da 30 anni – dice Nodari – Afra dirigeva a Ogwashi-Ukwu il Centro Regina Mundi, una
struttura che ospita ragazzi e ragazze, dove c’è una scuola di informatica e un collegio
per chi viene da lontano e non può tornare a casa ogni giorno”. Afra era originaria
di Civilerghe, un paesino in provincia di Brescia. Di recente da Cuore amico fraternità
di Brescia aveva avuto un aiuto per l’acquisto di un generatore, un bene raro e prezioso
nel sud della Nigeria ricco di petrolio ma ostaggio di povertà e bande criminali.
Ogwashi-Okwu è una cittadina di circa 30.000 abitanti, situata nello Stato del Delta.
“Volevano attribuirle la cittadinanza onoraria ma lei era contraria, diceva di non
aver fatto nulla” ha detto alla Misna il fratello Enrico Martinelli. “Da quando era
stata chiamata nel Paese africano dal vescovo di Ibadan – racconta Enrico – Afra continuava
a ottenere riconoscimenti per un lavoro di carità e di sostegno sociale che aveva
beneficiato tanti giovani”. A Ogwashi-Ukwu il suo Centro Regina Mundi si è ampliato
nel corso degli anni, fino a diventare un riferimento essenziale per gli studenti
della città e dei villaggi vicini che avevano bisogno di internet. Negli ultimi tempi
erano aumentati anche i collaboratori, 18. “Difficile stabilire se sia stata la maggiore
visibilità del Centro ad attirare i rapinatori” racconta il fratello. (R.P.)