2013-10-11 15:47:34

Dal Papa il presidente dell'Europarlamento. Schulz: il Pontefice ha un enorme impatto sulle questioni mondiali


Papa Francesco ha ricevuto ieri mattina in Vaticano Martin Schulz, presidente del parlamento europeo. Nel corso dell'incontro, Schulz ha invitato il Pontefice al parlamento di Strasburgo. Intervistato da Fabio Colagrande, il presidente Ue si sofferma sui primi mesi di Pontificato di Papa Francesco: RealAudioMP3

R. – I think I’m not the only one in Europe who is deeply impressed by the first…
Credo di non essere l’unico, in Europa, a essere stato colpito profondamente da questi primi sette mesi… E’ un Papa dalla grande aperture mentale, fortemente convinto dell’apertura e credo anche convinto della necessità di un dialogo diretto tra lui stesso e i credenti, ma anche i non credenti, le persone in generale. Questa mattina, ho sentito un commento acuto da parte di un ambasciatore presso la Santa Sede, che mi ha detto: questo è un Papa che parla un linguaggio simile a quello usato su Twitter: è capace di far passare messaggi che possono essere raccolti anche dalle persone comuni. Ecco, questa è la grande novità. E sì, sono molto impressionato da questo.

D. – Dopo la tragedia di Lampedusa, il Papa ha parlato di "vergogna". In che modo l’Ue può impedire che si ripetano stragi simili?

R. – I share the view that for the richest part of the world it is a shame…
Condivido l’opinione secondo la quale sia una vergogna, per la parte ricca del mondo, che possa accadere che delle persone debbano morire a soli pochi metri dalle nostre frontiere, dalle nostre coste. Quindi, quello che deve fare l’Unione Europea, e in particolare gli Stati membri dell’Unione, è la riforma dell’intero nostro sistema di immigrazione. Noi abbiamo la Convenzione Dublino 2, che copre esclusivamente la questione dell’asilo politico, mentre in Europa manca l’aspetto della protezione temporanea per quelle persone che fuggono da regioni in cui imperversano le guerre civili, da zone in cui si sono manifestati disastri naturali o addirittura un sistema che contempli l’immigrazione legale. Oggi, ci troviamo di fronte a un ritardo di due decenni. Ormai, io sono membro dell’Europarlamento dal 1994 e nel 1994, trattavamo gli stessi argomenti di cui stiamo parlando oggi... Se vado a prendermi i miei comunicati stampa del 1995 sui casi che si sono verificati qui, in Italia – nel 1997 o 1998, forse lei ricorda il caso di Badolato e Soverato – se prendo quei comunicati stampa e sostituisco le date con quelle attuali, il contenuto non cambia. Quindi, dobbiamo accelerare i tempi nella ricerca di soluzioni per la protezione temporanea e abbiamo bisogno anche di un sistema di immigrazione legale per combattere l’immigrazione clandestina.

D. – Quale contributo possono offrire i cristiani all’Europa in questo momento di crisi sociale ed economica?

R. – I think, what Christians can offer is described by the messages of the Pope of…
Penso che quello che i cristiani possono offrire è contenuto nei messaggi del Papa in questi sette mesi: abbiamo bisogno di maggiore impiego, abbiamo bisogno di una maggiore giustizia sociale… L’Europa, ad esempio, è la zona più ricca del mondo ma con una scadente distribuzione del nostro benessere all’interno della stessa Unione Europea, e attraverso l’Unione Europea, nel mondo. Abbiamo bisogno del mutuo rispetto, di una maggiore solidarietà fondata su una maggiore collaborazione internazionale… E’ necessario anche un commercio più equo con altre parti del mondo, serve una maggiore apertura e una politica più “logica” da parte degli Stati membri: ad esempio, inviando i ministri degli Esteri nei luoghi nei quali ci sono rivoluzioni, come in Nord Africa, affinché questi, tornando poi nelle rispettive capitali, possano determinare – insieme con i rispettivi ministri delle finanze – i mezzi necessari per lo sviluppo di quelle popolazioni. I cristiani dovrebbero passare il messaggio secondo cui queste contraddizioni non sono molto credibili e insistere presso i governi e le istituzioni internazionali affinché mantengano le loro promesse. Bisogna avvicinare le promesse e l’azione, affinché si colmi la lacuna tra quello che promettiamo e quello che poi facciamo. Questo è il modo migliore in cui i cristiani possono fare pressione sulle istituzioni pubbliche, magari anche sulle loro stesse istituzioni. Per questo penso che quello che il Papa ha detto in questo suo primo periodo di Pontificato sia incoraggiante per i cristiani…

D. - Perché ha invitato Papa Francesco a intervenire a una seduta plenaria del Parlamento Europeo?

R. – Today it is the 25th anniversary of the address of Pope John Paul II to the…
Ricorre oggi il 25.mo anniversario del discorso di Giovanni Paolo II al parlamento europeo, l’11 ottobre 1988. Ed è anche il 51.mo anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II. Viviamo in un’epoca di cambiamenti. Il 1988 veramente è stato l’anno di un cambiamento epocale: era un anno prima della caduta della "Cortina di ferro"… Oggi, viviamo in un mondo globalizzato in cui l’Unione Europea dovrebbe svolgere un ruolo di stimolo per ottenere maggiore giustizia, maggiore cooperazione; dovrebbe essere strumento per la creazione di un mondo più giusto e più equo. E il luogo in cui si discute di tutto questo è il parlamento europeo. E la Santa Sede è una realtà, il Papa una persona, che hanno un impatto enorme sul dibattito mondiale sui cambiamenti di cui abbiamo bisogno. Per questo, un uomo con un tale impatto ed una tale importanza, dovrebbe prendere la parola proprio in quel contesto nel quale si discute del ruolo dell’Europa nel mondo. Questa è la ragione per la quale ho tentato di convincerlo a rivolgersi al Parlamento europeo.

Ultimo aggiornamento: 12 ottobre







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