Dedicato a Papa Francesco il Festival internazionale di musica e arte sacra
Dal 29 ottobre al 10 novembre prossimi torna a Roma e in Vaticano il Festival internazionale
di musica e arte sacra, giunto alla XII edizione. L’evento, che unisce musica di altissimo
livello e luoghi sacri tra i più rappresentativi, si svolge nella cornice delle Basiliche
papali e non solo. Promossa dalla Fondazione Pro Musica e Arte Sacra, la rassegna
vede come orchestra in residence i Wiener Philharmoniker ed ospita artisti
internazionali con un repertorio che spazia dalla musica rinascimentale al Novecento.
I concerti sono a ingresso libero. Il servizio di Giada Aquilino:
Dodici edizioni,
una profonda convinzione: il connubio musica e arte sacra fa del Festival internazionale
un evento unico nel suo genere. L’edizione 2013 è dedicata a Papa Francesco, nell’anno
della sua elezione. La riflessione del cardinale Angelo Comastri, presidente
onorario della Fondazione Pro Musica e Arte Sacra, che - nel quadro della rassegna
- il 4 novembre celebrerà la Santa Messa nella Basilica di San Pietro:
R. –
Il Festival internazionale di arte e musica sacra vuole ricuperare un patrimonio di
musica che è nato da una sorgente religiosa, ma che oggi è un po’ abbandonato. Ciò
che è bello è che tutto ciò si accompagni ad un’attenzione all’arte. Ogni anno, mentre
si svolge questo ricupero musicale, si fa anche un restauro significativo di alcune
opere d’arte. E direi che questa simbiosi o questo gemellaggio sia particolarmente
significativo. Quest’anno la novità è Papa Francesco. Chiaramente si è pensato di
dedicare a lui il Festival, perché è il primo Papa nella storia che, dopo 800 anni
circa dalla morte di San Francesco, ha deciso di prendere il suo nome. Sottolineeremo
- soprattutto nella celebrazione eucaristica - quali possano essere i legami spirituali
tra Papa Francesco e San Francesco d’Assisi: metteremo in luce questa sintonia.
D.
– Quale ruolo assume nella società contemporanea il Festival, così com’è concepito?
R.
– Evidentemente è un messaggio. Nel mondo di oggi arrivano tanti messaggi: molti sono
frivoli, molti sono banali e molti sono addirittura devianti. Questo è un messaggio
pulito, che invita le persone a ricuperare il senso dell’autentica bellezza, che parte
sempre dal mondo spirituale. Altrimenti rischiamo di avere maschere di bellezza che
però nascondono tante brutture.
La Fondazione Pro Musica e Arte Sacra, attualmente
impegnata nell’opera di risanamento del perimetro esterno della Basilica Vaticana,
quest’anno vuole appunto rendere omaggio al Santo Padre. Ce ne parla il presidente,
Hans Albert Courtial:
"L’appuntamento particolare sarà la Misa
a Buenos Aires. Verrà eseguita nella Basilica di Sant’Ignazio di Loyola
dal Coro della Cattedrale di Colonia e dal Köln Gürzenich-Orchester, sotto la direzione
del maestro Metternich. E’ un’opera dell’argentino Martin Palmeri, il quale sarà presente
all’esecuzione. S’inserisce perfettamente in quello che è l’obiettivo del Festival,
cioè sensibilizzare la gente all’ascolto della bella musica sacra e di godere, insieme
alla bellezza del luogo sacro, della musica. Questo connubio punta a sensibilizzare
il pubblico verso le attività della Fondazione, che si occupa di reperire i fondi
da destinare al restauro di grandi opere".
L’internazionalità dell’evento
si realizza anche grazie all’afflato ecumenico del Coro sinodale del Patriarcato di
Mosca e del Coro della Cappella musicale pontificia Sistina, come pure alla Nona
Sinfonia di Beethoven affidata all’IlluminArt Philharmonic Orchestra e Chorus
del Giappone, a testimonianza che anche la musica può essere dialogo interreligioso:
questo concerto sarà all’insegna della solidarietà, in collaborazione con la Fondazione
Sofia Onlus che porta avanti, tra gli altri, progetti educativi e medici in Venezuela.
Infine un tributo a un grande maestro del Novecento, Nino Rota. Ce ne parla Vincenzo
De Vivo, direttore artistico del Teatro San Carlo di Napoli:
"Il Teatro
San Carlo porta un imponente oratorio, Mysterium, di Nino Rota,
che ricorda come questo grande compositore, che tutti amiamo per il contributo straordinario
che ha dato con la sua musica al cinema, possa essere apprezzato per momenti di profonda
e grande spiritualità. I suoi oratori - dal giovanile San Giovanni Battista
scritto da bambino, a Vita di Maria, al Mysterium Catholicum
che vive, respira l’aria del Concilio Vaticano II - mostrano come la strada spirituale
di Nino Rota sia sicuramente tra le più intense, le più vive, le più forti e le più
belle del secolo scorso".