Udienza generale. Il Papa: la Chiesa non è un’élite, ma la casa di tutti dove l'unità
non è uniformità
Perché la Chiesa è cattolica? È la domanda che Papa Francesco ha posto all’inizio
della catechesi dell’udienza generale, tenuta in Piazza San Pietro di fronte a oltre
60 mila persone. Il Papa ha ribadito che nella Chiesa unità e diversità convivono
in “armonia”, invitando ancora una volta a evitare le “chiacchiere” che seminano discordia.
Il servizio di Alessandro De Carolis:
“Casa di tutti”,
sparsa ovunque nel mondo e che ovunque è chiamata a unire in armonia le sue giuste
diversità, che costituiscono la sua ricchezza. C’è tutto questo e molto altro dietro
l’aggettivo “cattolica” che ogni cristiano ripete nella formula del Credo riferendosi
alla Chiesa. Papa Francesco lo ha ribadito cogliendo nella cattolicità della Chiesa
tre aspetti peculiari. La Chiesa è cattolica, ha affermato, anzitutto “perché è lo
spazio, la casa in cui viene annunciata tutta intera la fede” e “in cui la salvezza
che ci ha portato Cristo viene offerta a tutti". E questo pone delle domande alla
coscienza:
“Quando io vado in chiesa, è come se io fossi allo stadio, a
una partita di calcio? E' come se fossi al cinema? No! E’ un’altra cosa! Come vado
io, in chiesa? Come accolgo i doni che mi offre, per crescere, per maturare come cristiano?
Partecipo alla vita di comunità o vado in chiesa e mi chiudo nei miei problemi, isolandomi
dagli altri? In questo primo senso, la Chiesa è cattolica perché è la casa di tutti:
tutti sono figli della Chiesa e tutti sono in quella casa”.
Secondo, la
Chiesa è cattolica perché, come casa “aperta a tutti senza distinzioni”, è “universale”,
“sparsa in ogni parte del mondo” ad annunciare il Vangelo. Per questo motivo, obietta
Papa Francesco:
“La Chiesa non è un gruppo di élite, non riguarda solo alcuni.
La Chiesa non ha chiusure, è inviata alla totalità delle persone, alla totalità del
genere umano. E l’unica Chiesa è presente anche nelle più piccole parti di essa (...)
La Chiesa non è solo all’ombra del nostro campanile, ma abbraccia una vastità di genti,
di popoli che professano la stessa fede”.
A questo punto, il Papa si appella
al cuore dei cristiani, perché questo abbraccio universale lo avvertano sulla loro
pelle, comprese le responsabilità che ne derivano:
“Sentirci in comunione
con tutte le Chiese, con tutte le comunità cattoliche piccole o grandi del mondo!
E’ bello, quello! E poi sentire che tutti siamo in missione, piccole o grandi comunità,
tutti dobbiamo aprire le nostre porte ed uscire per il Vangelo. Chiediamoci allora:
che cosa faccio io per comunicare agli altri la gioia di incontrare il Signore, la
gioia di appartenere alla Chiesa? Annunciare e testimoniare la fede non è un affare
di pochi, riguarda anche me, te, ciascuno di noi!”.
Terzo punto, la Chiesa
è cattolica perché è la casa “dove unità e diversità sanno coniugarsi insieme per
essere ricchezza”, né più né meno – spiega Papa Francesco – della sinfonia che risulta
da un accordo di strumenti diversi, ognuno dei quali – afferma – “mantiene il suo
timbro inconfondibile”, pur concorrendo a una “armonia” della quale il “Maestro” è
lo Spirito Santo. Armonia – conclude il Papa – che nulla ha a che fare con personalismi
e malelingue:
“Ci sono chiacchiere? E, se ci sono chiacchiere, non c’è armonia:
è lotta. E questa non è la Chiesa: la Chiesa è l’armonia di tutti. Mai chiacchierare
l’uno contro l’altro, mai litigare. Accettiamo l’altro, accettiamo che vi sia una
giusta varietà, che questo sia differente, che questo la pensa così, la pensa là?
Ma, nella stessa fede si può pensare così! O tendiamo ad uniformare tutto? Ma, l’uniformità
uccide la vita. La vita della Chiesa è varietà, e quando vogliamo mettere questa uniformità
a tutti, uccidiamo i doni dello Spirito Santo!”.