2013-10-08 09:35:00

Serbia: a Nis celebrazione ecumenica per il 1700° dell'Editto di Costantino


Otto capi di Chiese ortodosse, il patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I, il patriarca russo Kirill, il patriarca ortodosso di Gerusalemme Teofilo III e il patriarca serbo Irinej, insieme ai capi delle Chiese ortodosse di Grecia, Cipro, Albania e Polonia, hanno partecipato domenica scorsa alle celebrazioni a Nis, in Serbia, per il 1700° anniversario dell’Editto di Milano. Presenti rappresentanti della Chiesa ortodossa serba e di quella cattolica, dei protestanti e delle altre confessioni, molti politici e circa 15.000 fedeli. Alle celebrazioni ha assistito il cardinale Jozef Tomko, prefetto emerito della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli, in rappresentanza della Santa Sede e l’arcivescovo cattolico di Belgrado, mons. Stanislav Hocevar. “Portare alle celebrazioni della Chiesa ortodossa serba a Nis il saluto e la benedizione di Papa Francesco è stato un grande onore e motivo di gioia” - ha detto all'agenzia Sir il cardinale Jozef Tomko, il quale ha elogiato la Chiesa ortodossa serba “per aver messo in risalto i valori civili, religiosi e umani di questo evento storico” che “ci ricorda i tempi in cui la Chiesa di Cristo era ancora unita”. Il cardinale ha sottolineato anche l’importanza della libertà religiosa promulgata dall’Editto di Milano, definendola “valore primario e fondamentale per l’uomo” che però anche oggi a volte “non viene rispettato”. Nella sua omelia il patriarca Bartolomeo ha auspicato maggiore libertà religiosa e riconciliazione. “Purtroppo anche oggi, come accadeva prima dell’Editto di Milano - ha detto - molti cristiani sono perseguitati per la loro fede, soprattutto nel Medio Oriente, in Siria, Egitto e Iraq”. Il patriarca di Costantinopoli ha fatto anche un appello “per la liberazione dei due vescovi rapiti in Siria” e ha condannato il fanatismo religioso indicando che “ci sono modi pacifici per superare le differenze”. Anche il patriarca serbo Irinej ha sottolineato che queste celebrazioni “ci hanno fatto sentire più uniti con tutti gli ortodossi”. Lui però ha voluto tendere “una mano fraterna anche a quelli che sono più vicini a noi, cioè alla Chiesa cattolica”. “Dobbiamo trovare modi - ha aggiunto il capo della Chiesa ortodossa serba - per superare ciò che ci divide e l’incontro a Nis è stato un primo passo per raggiungere un’unità evangelica e apostolica”. Anche l’arcivescovo di Belgrado, mons. Stanislav Hocevar, ha detto - sempre all'agenzia Sir - che “si è avuta una nuova occasione di avvicinamento e di conoscenza reciproca con gli ortodossi”. A suo avviso, però, “il Signore aspetta da noi un incontro ancora più aperto, più fraterno, con maggiore sensibilità verso le grandi sfide del nostro tempo”. (R.P.)







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