Serbia: a Nis celebrazione ecumenica per il 1700° dell'Editto di Costantino
Otto capi di Chiese ortodosse, il patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I, il patriarca
russo Kirill, il patriarca ortodosso di Gerusalemme Teofilo III e il patriarca serbo
Irinej, insieme ai capi delle Chiese ortodosse di Grecia, Cipro, Albania e Polonia,
hanno partecipato domenica scorsa alle celebrazioni a Nis, in Serbia, per il 1700°
anniversario dell’Editto di Milano. Presenti rappresentanti della Chiesa ortodossa
serba e di quella cattolica, dei protestanti e delle altre confessioni, molti politici
e circa 15.000 fedeli. Alle celebrazioni ha assistito il cardinale Jozef Tomko, prefetto
emerito della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli, in rappresentanza della
Santa Sede e l’arcivescovo cattolico di Belgrado, mons. Stanislav Hocevar. “Portare
alle celebrazioni della Chiesa ortodossa serba a Nis il saluto e la benedizione di
Papa Francesco è stato un grande onore e motivo di gioia” - ha detto all'agenzia Sir
il cardinale Jozef Tomko, il quale ha elogiato la Chiesa ortodossa serba “per aver
messo in risalto i valori civili, religiosi e umani di questo evento storico” che
“ci ricorda i tempi in cui la Chiesa di Cristo era ancora unita”. Il cardinale ha
sottolineato anche l’importanza della libertà religiosa promulgata dall’Editto di
Milano, definendola “valore primario e fondamentale per l’uomo” che però anche oggi
a volte “non viene rispettato”. Nella sua omelia il patriarca Bartolomeo ha auspicato
maggiore libertà religiosa e riconciliazione. “Purtroppo anche oggi, come accadeva
prima dell’Editto di Milano - ha detto - molti cristiani sono perseguitati per la
loro fede, soprattutto nel Medio Oriente, in Siria, Egitto e Iraq”. Il patriarca di
Costantinopoli ha fatto anche un appello “per la liberazione dei due vescovi rapiti
in Siria” e ha condannato il fanatismo religioso indicando che “ci sono modi pacifici
per superare le differenze”. Anche il patriarca serbo Irinej ha sottolineato che queste
celebrazioni “ci hanno fatto sentire più uniti con tutti gli ortodossi”. Lui però
ha voluto tendere “una mano fraterna anche a quelli che sono più vicini a noi, cioè
alla Chiesa cattolica”. “Dobbiamo trovare modi - ha aggiunto il capo della Chiesa
ortodossa serba - per superare ciò che ci divide e l’incontro a Nis è stato un primo
passo per raggiungere un’unità evangelica e apostolica”. Anche l’arcivescovo di Belgrado,
mons. Stanislav Hocevar, ha detto - sempre all'agenzia Sir - che “si è avuta una nuova
occasione di avvicinamento e di conoscenza reciproca con gli ortodossi”. A suo avviso,
però, “il Signore aspetta da noi un incontro ancora più aperto, più fraterno, con
maggiore sensibilità verso le grandi sfide del nostro tempo”. (R.P.)