Pakistan: nelle aree colpite dal sisma, accesso vietato alle Ong straniere
Nessuna Ong straniera è stata finora autorizzata ad operare nelle aree terremotate,
nonostante le evidenti difficoltà delle autorità a gestire la situazione. A comunicarlo
è Medici senza Frontiere che ha chiesto, vedendoselo respingere, il permesso di portare
“le squadre di medici nelle aree colpite”, senza riuscire ancora “ad avere un’autorizzazione
formale dal governo”. Le ragioni delle autorità sono state chiarite al quotidiano
pachistano Dawn dal portavoce dell’Agenzia nazionale per la gestione delle calamità,
Adrees Mehsood, secondo il quale non ci sarebbe necessità di alcuna assistenza diretta
da parte di Ong, in quanto l’agenzia ha già fornito cibo, tende, medicinali e altri
generi di prima necessità a 125.000 terremotati del sisma del 24 settembre. Inoltre,
ha aggiunto Mehsood, alle organizzazioni internazionali non è permesso di operare
perché il governo non ha chiesto il loro aiuto e una richiesta di soccorso internazionale
in tal senso è obbligatoria per consentire l’accesso nelle aree disastrate. “Il governo
locale – ha aggiunto – non vuole stranieri impegnati nei soccorsi a causa della cattiva
situazione dell’ordine pubblico nella regione”. Una elaborazione singolare, che collide
con la richiesta di soccorso alla comunità internazionale avanzata nei giorni scorsi
dal governo provinciale. Una situazione evidenziata da Medici senza Frontiere (Msf)
sul suo sito web, che segnala, insieme al rifiuto delle autorità di consentire ai
suoi operatori di partecipare ai soccorsi, nonostante siano già presenti nella regione
– che già abitualmente vede la peggiore situazione medico-sanitaria del Paese - anche
la necessità di diverse aree terremotate non ancora raggiunte dai soccorsi. A confermare
l’ipotesi di una collusione tra autorità e guerriglia indipendentista per un accordo
che non consenta a iniziative straniere di operare nell’area, un leader nazionalista
dell’etnia Balochi ha confermato in modo confidenziale a Dawn che “i militanti balochi
non vogliono stranieri travestiti da soccorritori presso le loro basi”. Come sottolineano
anche altre fonti, la situazione di Msf e altri si può spiegare con le condizioni
di scarso controllo territoriale, evidenziate per il distretto di Awaran da agguati
ai convogli umanitari e agli elicotteri dei soccorsi, ma che il governo non vuole
far apparire all’esterno. (R.P.)