2013-10-08 15:07:43

Fao, sicurezza alimentare. Stamoulis: agricoltura per eliminare la fame, serve volontà politica


“Vedo molte sfide davanti a noi, ma progressi e successi su cui possiamo costruire”. Cosi José Graziano da Silva, direttore generale della Fao, si è espresso in apertura a Roma del Comitato per la sicurezza alimentare mondiale (Cfs). Ancora oggi, 842 milioni di soffrono la fame in ogni angolo del pianeta, 30 milioni in meno rispetto lo scorso anno. Una buona notizia, ma cosa di può fare di più per garantire il diritto al cibo per tutti. Roberta Gisotti lo chiesto al segretario del Comitato, Kostas Stamoulis, economista della Fao:RealAudioMP3

R. – Prima di tutto, mettere il problema della fame al centro degli sforzi per lo sviluppo sia a livello internazionale che regionale, che a livello di Paese. Esprimere cioè la volontà politica di eliminare la fame nel mondo, mettendo in piedi politiche e risorse per farlo. Poi, promuovere lo sviluppo dell’agricoltura, specialmente dei contadini più poveri, e i sistemi di protezione sociale, che sono - anch'essi - elementi indispensabili per una lotta contro la fame.

D. – Dottor Stamoulis, il 75% delle persone più povere sappiamo che abita nelle zone rurali e già da molti anni le agenzie dell’Onu - Fao e Ifad, in particolare - raccomandano di investire nell’agricoltura e nei progetti su piccola scala. Ma i Paesi sembra che abbiano puntato piuttosto sulla finanza "creativa" per incrementare il loro Pil e massima parte dei più poveri - va detto - sono rimasti i più poveri. Forse, il Comitato dovrebbe avere una voce più forte ed efficace?

R. – Sì, ha ragione. Ci sono tanti organismi internazionali, donatori bilaterali e varie altre organizzazioni che cercano di promuovere l’agricoltura piccola. Però, il fatto che il Comitato della sicurezza alimentare mondiale, che è una piattaforma globale dove partecipano tutti quelliche possono contribuire allo sviluppo delle strategie per la sicurezza alimentare – governi, organizzazioni della società civile, settore privato, e organizzazioni internazionali – abbia ora messo il problema dei piccoli agricoltori come oggetto di discussione e raccomandazione, questo avrà un grande peso sulle decisioni del futuro.

D. – Forse, i lavori di questo Comitato dovrebbero avere maggiore eco sui media, perché i popoli sappiano quando la politica disattende i loro bisogni…

R. – Sicuramente, il Comitato non ha i mezzi per forzare le sue raccomandazioni e applicazioni e sta poi ai governi dei vari Paesi implementarle. Però, com’è successo già con altre decisioni che ha preso il Comitato, credo che la volontà politica di avere più attenzione sui problemi dei piccoli agricoltori sarà rafforzata come risultato di decisioni prese da questo Comitato.

D. – Quali punti di contatto tra i lavori del Comitato e la riunione ministeriale, in corso pure a Roma, sui prezzi alimentari internazionali?

R. – Sono due eventi indipendenti nella stessa settimana. Il segnale significativo è che i ministri hanno focalizzato la loro discussione sul legame tra la volatilità dei prezzi e la sicurezza alimentare. E’ importante che questi eventi esprimano una certa volontà politica di fare qualcosa per diminuire l’impatto negativo della volatilità dei prezzi sulla sicurezza alimentare. Questo è molto significativo.

Ultimo aggiornamento: 9 ottobre







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