Lutto nel mondo del Cinema per la scomparsa a Roma del regista Carlo Lizzani
Dolore e sconcerto nel mondo del Cinema per la morte del regista italiano Carlo Lizzani,
che si è tolto la vita sabato a Roma all’età di 91 anni. Cineasta impegnato, scrittore
e critico, appassionato di storia e politica. “Il mio lungo viaggio nel secolo breve”,
cosi aveva intitolato la sua autobiografia uscita per Einaudi nel 2007. Un viaggio
che lo aveva portato a firmare 70 film e documentari per il Cinema e la Tv. Tra le
pellicole più celebri: “Achtung Banditi!”, “Cronache di poveri amanti”, “Il gobbo”,
“Banditi a Milano”, “Mussolini ultimo atto”, “Fontamara”, “Caro Gorbaciov”. E ancora
per il piccolo schermo “Mamma Ebe”, “Il caso Dozier”, “Le cinque giornate di Milano”,
“Maria José”, “Celluloide”. Dal ’79 all’82 aveva diretto la Mostra del Cinema di Venezia.
E, nel ’98 aveva pubblicato “Attraverso il neorealismo”, raccolta di scritti ricca
di aneddoti sulla stagione del neorealismo. Insignito l’anno seguente della Laurea
honoris causa in Scienze della Comunicazione dall’Università di Torino. Cavaliere
di gran Croce dell’Ordine al merito della Repubblica italiana. Piange la scomparsa
di Lizzani il presidente Giorgio Napolitano “per l’amicizia che ci legava da decenni
- scrive in un messaggio di cordoglio alla famiglia – e per tutto quel che ha saputo
dare al cinema, alla cultura, allo sviluppo democratico del nostro Paese: coraggio
e passione della battaglia per la Liberazione dell'Italia dal nazifascismo, nella
ferma valorizzazione e difesa dei valori della Resistenza, nella creazione artistica
sempre radicata nella realtà e nei travagli della nostra Italia'', conclude Napolitano.
(A cura di Roberta Gisotti)