Francesco all'Angelus: preghiera silenziosa per le vittime di Lampedusa: “Lasciamo
piangere il nostro cuore”
Papa Francesco all’Angelus di ieri, rientrato da Assisi, chiede alla folla di fedeli
in piazza san Pietro di unirsi a lui in una “preghiera silenziosa” per le vittime
del mare a Lampedusa. Ricorda poi che basta avere una fede piccola come un granello
di senape “ma vera, sincera, per fare cose umanamente impossibili.” Il servizio di
Roberta Gisotti:
“Vorrei ricordare
assieme a voi le persone che hanno perso la vita a Lampedusa, giovedì scorso. Preghiamo
tutti in silenzio per questi fratelli e sorelle nostri: donne, uomini, bambini… Lasciamo
piangere il nostro cuore. Preghiamo in silenzio”.
Francesco ha voluto anche
condividere la gioia per la giornata vissuta venerdì ad Assisi
“Pensate
che era la prima volta che mi recavo ad Assisi ed è stato un grande dono fare questo
pellegrinaggio proprio nella festa di san Francesco. Ringrazio il popolo di Assisi
per la calda accoglienza: grazie tante!”.
Poi ispirato dal Vangelo domenicale,
nell’Anno delle fede, ha rivolto un’invocazione particolare:
“Anche noi
come gli apostoli diciamo al Signore Gesù: “Accresci in noi la fede!”. Sì, Signore,
la nostra fede è piccola, la nostra fede è debole, fragile, ma te la offriamo così
com’è, perché Tu la faccia crescere. Ripetiamo tutti insieme: Signore, accresci in
noi la fede!. Signore, accresci in noi la fede!. Signore, accresci in noi la fede!
Che ce la faccia crescere".
E la risposta del Signore è che basta avere
una “fede quanto un granello di senape”, “cosi, piccola, ma vera, sincera, per fare
cose umanamente impossibili, impensabili”.
“Ed è vero! Tutti conosciamo
persone semplici, umili, ma con una fede fortissima, che davvero spostano le montagne!
Pensiamo a certe mamme e papà che affrontano situazioni molto pesanti; o a certi malati,
anche gravissimi, che trasmettono serenità a chi li va a trovare".
Persone
– ha osservato il Papa – che “proprio per la loro fede, non si vantano di ciò che
fanno”. Ha ricordato quindi Francesco il mese di ottobre dedicato alle missioni:
“...
pensiamo a tanti missionari, uomini e donne, che per portare il Vangelo hanno superato
ostacoli di ogni tipo, hanno dato veramente la vita ..".
E questo: “ci
riguarda tutti":
“ognuno di noi, nella propria vita di ogni giorno, può
dare testimonianza a Cristo, con la forza di Dio, la forza della fede. La fede piccolissima
che noi abbiamo, ma che è forte: con quella forza, dare testimonianza di Gesù Cristo.
Essere cristiani con la vita! Con la nostra testimonianza".
E come attingiamo
questa forza?
“La attingiamo da Dio nella preghiera. La preghiera è il
respiro della fede: in un rapporto di fiducia, in un rapporto di amore, non può mancare
il dialogo, e la preghiera è il dialogo dell’anima con Dio”.
Ottobre anche
il mese del Rosario. Il Papa ha richiamato in questa prima domenica la tradizionale
Supplica alla Madonna di Pompei, Beata Vergine del Santo Rosario.
“Ci uniamo
spiritualmente a questo atto di fiducia nella nostra Madre, e riceviamo dalle sue
mani la corona del Rosario: il Rosario è una scuola di preghiera, il Rosario è una
scuola di fede!”.
Dopo la recita dell’Angelus Francesco ha reso omaggio
a Rolando Rivi, il giovanissimo seminarista, ucciso - nel 1945 a causa della sua fede
- a soli 14 anni, beatificato ieri a Modena. “Colpevole solo di indossare – ha sottolineato
il Papa - la veste talare in quel periodo di violenza scatenata contro il clero, che
alzava la voce a condannare in nome di Dio gli eccidi dell’immediato dopoguerra “
“Ma
la fede in Gesù vince lo spirito del mondo! Rendiamo grazie a Dio per questo giovane
martire, eroico testimone del Vangelo.E quanti giovani di 14 anni,
oggi, hanno davanti agli occhi questo esempio: un giovane coraggioso, che sapeva dove
doveva andare, conosceva l’amore di Gesù nel suo cuore e ha dato la vita per Lui.
Un bell’esempio per i giovani …”.
Tanti i saluti in piazza, e un pensiero
speciale alla comunità peruviana di Roma che ha portato in processione la sacra immagine
del Señor de los Milagros.