Usa. "Shutdown": Obama chiede ai repubblicani di votare il bilancio
“Basta con queste farse, ora votate”. Non usa mezzi termini il presidente Usa Obama
per esortare i repubblicani, che controllano la Camera, a licenziare il bilancio statale
e ricominciare a finanziare i programmi del governo. Intanto, crescono i disagi nel
Paese giunto al quinto giorno di "shutdown" con la conseguente chiusura di diversi
servizi pubblici. Ripercussioni che si fanno sentire anche nel settore privato: alcune
grandi aziende hanno messo a riposo forzato migliaia di dipendenti. Sugli eventuali
sviluppi del braccio di ferro fra il governo e i repubblicani che mirano ad affossare
la riforma sanitaria, Marco Guerra ha intervistato Dennis Redmont, responsabile
della comunicazione del Consiglio Italia-Usa:
R. - É difficile
dire come finirà, ma certamente dovrà finire, ci sarà un compromesso. Per quanto riguarda
la durata, questa dipenderà secondo me dalla pressione dell’economia sul governo,
perché si sa bene che i repubblicani rappresentano in generale le esigenze dell’economia.
Perciò quando il business comincerà ad annaspare, allora la pressione sui legislatori
repubblicani sarà più grande e quindi si avranno più possibilità di un compromesso.
D.
- In questo braccio di ferro come ne uscirà fuori la presidenza Obama?
R. -
Certamente quello che Obama vuole lasciare agli Stati Uniti è la riforma sanitaria,
che è già stata avviata. Perciò Obama non ha alcuna voglia di retrocedere. Vediamo
se può salvare la faccia eliminando delle spese in alcune aree, dove nessuno dei due
vada a rimetterci, né i repubblicani né i democratici.
D. - Secondo alcuni
analisti lo “shutdown” può provocare disagi tali da produrre un calo del punto del
Pil Usa nell’ultimo trimestre…
R. - Ci sono tantissime imprese che si sono
viste cancellare progetti, così come è accaduto per molti progetti del governo di
natura militare o civile, che sono stati posticipati oppure addirittura sospesi senza
data.
D. - Come sta reagendo il Paese? Si tratta veramente di una situazione
di emergenza percepibile da tutta la popolazione?
R. - Certamente si, perché
ad alcuni lavoratori federali è stato sospeso il salario. Per quanto riguarda il controllo
aereo ci sono meno persone a lavorare, alcuni ospedali che per una parte sono gestiti
dallo Stato hanno dovuto rifiutare l’entrata di alcuni pazienti, inclusi bambini.
Perciò ogni famiglia - non c’è dubbio - avendo qualcuno che lavora per il governo
o con il governo in questi 4-5 giorni ha cominciato a sentire l’emergenza. Quando
la situazione diventerà ancora più dolorosa per alcune persone, allora forse la pressione
diventerà più grande sui legislatori per trovare in compromesso.
D. - L’opinione
pubblica da che parte sta in questo braccio di ferro?
R. - In relazione a questo
gli Stati Uniti sono veramente spaccati. Una parte crede che i repubblicani siano
ostruzionisti, e l’altra che il presidente Obama non stia facendo una bella figura.
Il fronte repubblicano è abbastanza ostile a tutto quello che sta facendo l’amministrazione
americana.