Storia dell'arte in Italia. Mobilitazione dei docenti: materia bistrattata nella patria
della cultura
Per la Giornata mondiale degli insegnanti, indetta nel 1994 dall’Unesco, ricordiamo
la mobilitazione dei docenti di Storia dell’Arte in Italia. Con la riforma del 2008,
questa materia ha subìto pesanti tagli, proprio in un Paese che ha il patrimonio artistico
più ampio al mondo. Un gruppo di insegnanti di Storia dell'Arte ha presentato una
petizione al Ministero dell’Istruzione. Davide Pagnanelli ha chiesto a Emanuela
Colantonio, insegnante di Storia dell’arte e firmataria della petizione, quale
sia la situazione dell’insegnamento di questa materia in Italia:
R. - E’ stata
tagliata dalla Riforma Gelmini nei bienni di molti indirizzi delle scuole superiori,
nonché del tutto eliminata in alcuni istituti professionali, anche nell’Istituto tecnico
per il turismo. Quindi, oltre ai professionali, anche il tecnico per il turismo dove
era, ovviamente, materia di indirizzo. Diciamo che dall’istituto per il turismo, escono
quegli studenti che spesso, poi, scelgono di operare come guide turistiche nelle proprie
città …
D. – Quanto pesa questa ignoranza dei beni artistici e culturali sulla
formazione dei ragazzi?
R. – E’ sotto gli occhi di tutti il fatto che per la
formazione di un ragazzo, di un adolescente che vive in un Paese come il nostro, un
Paese che detiene il primato nella quantità di beni culturali, di beni artistici,
è veramente una lacuna inconcepibile, proprio in relazione a quella che dovrà essere
la sua coscienza di cittadino.
D. – A prescindere da chi questo insegnamento
di Storia dell’arte non lo ha ricevuto, secondo la sua esperienza qual è il livello
di conoscenza degli studenti – ma anche degli adulti italiani – del patrimonio artistico
nazionale?
R. – Anche chi ha studiato fino ad oggi, questa materia, io ritengo
che non abbia una cognizione consona, nel senso che la si è sempre studiata molto
poco e purtroppo è abbastanza risaputo che Storia dell’arte è sempre stata considerata
la cenerentola delle discipline scolastiche: non è una novità. Quello che da anni
si puntava a fare, in Italia, era incrementare questa disciplina; quello che è stato
fatto dalla ex ministro Gelmini è stato invece un taglio drastico della materia alle
superiori.
D. – Quanto viene valorizzato, secondo la sua esperienza, il patrimonio
artistico italiano?
R. – Non abbastanza, ovviamente. E’ stato abbastanza eclatante
il caso di Pompei e dei crolli. Anche se fosse soltanto un discorso opportunistico,
di un Paese che è in una grandissima crisi economica, in un momento difficilissimo
da un punto di vista economico: come si fa a non puntare, a non investire in questo
settore?
D. – In occasione della Giornata internazionale degli insegnanti,
qual è il valore che un buon insegnante ha nella formazione di un ragazzo?
R.
– Non tanto il trasmettere nozioni: quelle si fa sempre in tempo ad acquisirle; quanto
trasmettere la curiosità nei confronti della conoscenza, a qualunque campo poi questa
conoscenza vada ad ispirarsi e ad applicarsi. E – ancora di più – il senso critico:
quindi, sensibilizzarli e guidarli a sviluppare un proprio senso critico nei confronti
del mondo che hanno di fronte; allenarli alla riflessione … Posso dire che forse le
materie umanistiche in questo senso veramente sono un’ottima palestra.