2013-10-04 12:35:08

Nuove manifestazioni in Egitto: 4 morti al Cairo


Una delegazione di alto livello dell'Unione Africana ha iniziato una missione in Turchia per discutere degli ultimi sviluppi della crisi in Egitto. Ankara si propone come mediatore tra la Fratellanza musulmana ed esercito, mentre si sono svolte nuove manifestazioni in favore del deposto presidente Morsi. Al Cairo quattro persone sono morte. Preoccupazione per la protesta convocata per domani, data in cui ricorre il 40esimo anniversario della guerra arabo-israeliana. Massimiliano Menichetti ha raccolto il commento di Azzurra Meringolo dell’Istituto Affari Internazionali:RealAudioMP3

R. – L’Egitto continua ad essere un Paese polarizzato tra i pro-Morsi, quindi islamisti, e le tante diverse anime che ritengono la deposizione dell’ex presidente – seppur eletto democraticamente nel 2012 – legittima, perché, secondo queste forze, lui non avrebbe avuto un comportamento democratico nei 12 mesi al potere. Queste realtà ritengono che l’intervento militare sia stato legittimato dalla volontà popolare di deporlo e riavviare la transizione con il piede giusto.

D. – Una delegazione di alto livello dell’Unione Africana è oggi attesa in Turchia per discutere degli ultimi sviluppi della crisi in Egitto...

R. – Ricordiamo innanzitutto che la Turchia ha scommesso sul progetto democratico della Fratellanza Musulmana e anche che il Consiglio per la pace e la sicurezza dell'Unione Africana ha sospeso l'Egitto dopo la deposizione di Morsi lo scorso 3 luglio. Siamo quindi di fronte a questi due soggetti che oggi si trovano a parlare e la Turchia può avere un ruolo importante, che ha cercato e sta cercando di avere. Anche l’Unione Europea ha a cuore questo sforzo di mediazione. Ricordo che Catherine Ashton è tornata per la seconda volta in Egitto per cercare punti di contatto e favorire la rappresentanza dei Fratelli musulmani e degli islamisti nel processo di transizione in corso. Bisognerà ovviamente vedere anche quanto l’animo islamista della Fratellanza musulmana vorrà realmente essere parte di questa transizione e non autoescludersi. E questo ulteriore aspetto dipendere molto dalle dinamiche interne alla Fratellanza, dove convivono tante anime e dove la leadership è quasi tutta dietro le sbarre.

D. – Quindi, tutta la situazione è in totale divenire...

R. – Sì, le scadenze principali sono il varo della Costituzione – che adesso sta per essere completata e a cui dovrà seguire un referendum popolare per approvarla – e poi le elezioni parlamentari e presidenziali. Dalla bozza costituzionale – non esiste ancora un testo definitivo – sembra anche ci siano novità sul quadro istituzionale. L’Egitto potrebbe diventare una Repubblica semipresidenziale. Ovviamente, sono cose che non si possono ancora confermare, ma sono scenari possibili.

D. – Anche la redazione della Costituzione presenta comunque qualche problema proprio per chi la sta redigendo...

R. – L’Assemblea costituente che sta redigendo il testo è composta da 50 membri di cui soltanto uno islamista, che per lo più non appartiene alla Fratellanza musulmana ma al movimento salafita, quello più radicale. Gli islamisti, però, hanno ottenuto finora circa i due terzi dei voti alle ultime elezioni e sono esclusi dal processo costituzionale, quindi allo stato attuale non si sta andando verso un processo di inclusione democratica.

D. – Una delle proteste pro-Morsi è stata organizzata per domenica prossima, quando ricorrerà di fatto il 40.mo anniversario della guerra arabo-israeliana...

R. – Quello che si percepisce al Cairo è che si tratta di una data molto attesa. C’è un clima di montante tensione, è il giorno verso il quale stanno guardando gli egiziani e la piazza. C’è timore da parte dei militari che ci siano atti di violenza. Ovviamente, noi ci auguriamo che non succeda niente. Questa però è la data da guardare nel breve periodo.







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