Messaggio del Papa ai vescovi europei: i cattolici promuovano fede e ragione, verità
e libertà
Si è aperta a Bratislava e proseguirà fino a questa domenica la plenaria del Consiglio
delle Conferenze episcopali d'Europa, Ccee, sul tema “Dio e lo Stato. L’Europa tra
laicità e laicismo”. Obiettivo principale è di verificare come la religione e Dio
siano realtà riconosciute, rispettate e attive nella costituzione, nel sistema giuridico
e nella società dei Paesi del continente europeo. Non sono mancati poi dibattiti su
tematiche di stretta attualità come il lavoro e l'immigrazione. Ad introdurre i lavori
il presidente della Ccee, il cardinale Péter Erdő che ai partecipanti ha letto anche
il messaggio di Papa Francesco. Il servizio di Cecilia Seppia:
Ai vescovi riuniti
a Bratislava nel 1150.mo anniversario dell’arrivo di San Metodio in quelle terre,
giunge subito l’apprezzamento e la vicinanza del Papa che si dice grato per il contributo
di riflessione che le Conferenze episcopali d’Europa offrono sul tema della laicità.
Ma il Pontefice ringrazia anche "per il servizio che le Chiese rendono alle popolazioni
del continente promuovendo una cultura che coniughi in costante armonia, fede e ragione,
verità e libertà". Parole queste che ritornano nel discorso di introduzione del presidente
della Ccee il cardinale Péter Erdő che sottolinea subito come lo stile di Francesco
abbia introdotto nuove proposte e sfide alla missione della Chiesa soprattutto nell’Europa
di oggi, divisa tra una forte cultura della fede e della tradizione e un crescente
rifiuto dell’eredità cristiana. Questa frattura – ha spiegato il porporato – ha come
conseguenza l’inevitabile deriva della crisi dei valori, colpa pure del relativismo
morale e di un crescente laicismo, che si riflette nella famiglia, nei rapporti commerciali
nella stessa relazione tra popolo e governanti sempre più confusa. “Noi crediamo,
ha detto il cardinale Erdő, che Stato e società non possano ignorare la dimensione
religiosa, anzi il potere politico dovrebbe garantire la libertà religiosa delle persone
e delle comunità per poter costruire una società unita e plurale”. Poi il monito a
non perdere mai di vista il compito supremo della Chiesa, che è quello di essere vicina
agli ultimi, a tutti coloro che come ricorda il Papa sono vittime di una “cultura
dello scarto”: i disoccupati, i bambini lasciati soli, gli anziani abbandonati e tutti
coloro che stanno perdendo la speranza, le tante vittime di guerre e persecuzioni
in Siria, in Iraq, come in nord Africa. Missione della Chiesa però è anche evangelizzare
la modernità con nuovi sforzi concreti di dialogo ecumenico, gli stessi più volte
chiesti dal Santo Padre. Sentiamo le parole del card. Péter Erdő al
microfono del nostro inviato a Bratislava Mario Galgano:
“Guardando
la ricca personalità della Santo Padre, vediamo sempre nelle sue parole delle luci.
Sono delle brevi indicazioni che però arrivano al cuore della gente di oggi. Sarebbe
difficile ricavare una teoria dettagliata dalle parole e dai discorsi del Santo Padre
perché la sua intenzione è quella di richiamare l’attenzione - su punti concreti -
a ciò che vuole Gesù Cristo. Penso che le sue parole, le sue indicazioni possano darci
sempre luci per risolvere casi concreti. E così man mano si delineerà un quadro di
insieme in questa speranza, guardando al Santo Padre e ascoltando le sue parole”.
Dunque
promotori di ecumenismo per combattere ogni individualismo, ma anche presenza nel
mondo di quel riflesso della luce delle genti, che è Cristo per condividere le gioie
e le speranze i dolori e le angosce dei fratelli uomini. Così anche di fronte a tragedie
immani e inspiegabili come il naufragio a Lampedusa, costato la vita a decine di innocenti.
Ancora il cardinale Péter Erdő:
“Auspichiamo che questa tragedia porti ad
una presa di coscienza più profonda del grave problema dei profughi”.
Dell’emergenza
immigrazione Mario Galgano ha parlato anche con il vescovo maltese di Gozo, mons.
Mario Grech:
R. - È un incidente che spero ci aiuti ad aprire il nostro
cuore verso questa gente. Mi auguro che tutte quelle persone che ancora non hanno
accettato di aprirsi per aiutare questa gente, almeno con questa ennesima tragedia,
si rendano conto che siamo corresponsabili di fronte alla morte di queste persone.
D.
- Da un punto di vista anche maltese cosa chiedete all’Europa che forse è un po’ più
lontana geograficamente da questi luoghi dove accadono queste tragedie?
R.
– Basta con la nostra cecità e con la nostra irresponsabilità! Io mi ricordo le parole
che ci ha rivolto il Santo Padre quando ha detto che purtroppo l’uomo, oggi, non è
più capace di piangere di fronte a queste tragedie.
“La Chiesa – aveva detto
ieri il segretario generale della Ccee, mons. Mario Duarte da Cunha, vuole il bene
della persona, e desidera quanto è bene per il suo sviluppo integrale e quello delle
società in cui vive”. Da qui la necessità, e la proposta dei vescovi, di dar vita
a una “sana laicità” o “laicità positiva”, che non teme Dio, e garantisce la presenza
delle religioni nella sfera pubblica pur rispettando il principio della separazione
fra Stato e Chiesa.