2013-10-04 14:12:02

Messaggio del Papa ai vescovi europei: i cattolici promuovano fede e ragione, verità e libertà


Si è aperta a Bratislava e proseguirà fino a questa domenica la plenaria del Consiglio delle Conferenze episcopali d'Europa, Ccee, sul tema “Dio e lo Stato. L’Europa tra laicità e laicismo”. Obiettivo principale è di verificare come la religione e Dio siano realtà riconosciute, rispettate e attive nella costituzione, nel sistema giuridico e nella società dei Paesi del continente europeo. Non sono mancati poi dibattiti su tematiche di stretta attualità come il lavoro e l'immigrazione. Ad introdurre i lavori il presidente della Ccee, il cardinale Péter Erdő che ai partecipanti ha letto anche il messaggio di Papa Francesco. Il servizio di Cecilia Seppia:RealAudioMP3

Ai vescovi riuniti a Bratislava nel 1150.mo anniversario dell’arrivo di San Metodio in quelle terre, giunge subito l’apprezzamento e la vicinanza del Papa che si dice grato per il contributo di riflessione che le Conferenze episcopali d’Europa offrono sul tema della laicità. Ma il Pontefice ringrazia anche "per il servizio che le Chiese rendono alle popolazioni del continente promuovendo una cultura che coniughi in costante armonia, fede e ragione, verità e libertà". Parole queste che ritornano nel discorso di introduzione del presidente della Ccee il cardinale Péter Erdő che sottolinea subito come lo stile di Francesco abbia introdotto nuove proposte e sfide alla missione della Chiesa soprattutto nell’Europa di oggi, divisa tra una forte cultura della fede e della tradizione e un crescente rifiuto dell’eredità cristiana. Questa frattura – ha spiegato il porporato – ha come conseguenza l’inevitabile deriva della crisi dei valori, colpa pure del relativismo morale e di un crescente laicismo, che si riflette nella famiglia, nei rapporti commerciali nella stessa relazione tra popolo e governanti sempre più confusa. “Noi crediamo, ha detto il cardinale Erdő, che Stato e società non possano ignorare la dimensione religiosa, anzi il potere politico dovrebbe garantire la libertà religiosa delle persone e delle comunità per poter costruire una società unita e plurale”. Poi il monito a non perdere mai di vista il compito supremo della Chiesa, che è quello di essere vicina agli ultimi, a tutti coloro che come ricorda il Papa sono vittime di una “cultura dello scarto”: i disoccupati, i bambini lasciati soli, gli anziani abbandonati e tutti coloro che stanno perdendo la speranza, le tante vittime di guerre e persecuzioni in Siria, in Iraq, come in nord Africa. Missione della Chiesa però è anche evangelizzare la modernità con nuovi sforzi concreti di dialogo ecumenico, gli stessi più volte chiesti dal Santo Padre. Sentiamo le parole del card. Péter Erdő al microfono del nostro inviato a Bratislava Mario Galgano:

“Guardando la ricca personalità della Santo Padre, vediamo sempre nelle sue parole delle luci. Sono delle brevi indicazioni che però arrivano al cuore della gente di oggi. Sarebbe difficile ricavare una teoria dettagliata dalle parole e dai discorsi del Santo Padre perché la sua intenzione è quella di richiamare l’attenzione - su punti concreti - a ciò che vuole Gesù Cristo. Penso che le sue parole, le sue indicazioni possano darci sempre luci per risolvere casi concreti. E così man mano si delineerà un quadro di insieme in questa speranza, guardando al Santo Padre e ascoltando le sue parole”.

Dunque promotori di ecumenismo per combattere ogni individualismo, ma anche presenza nel mondo di quel riflesso della luce delle genti, che è Cristo per condividere le gioie e le speranze i dolori e le angosce dei fratelli uomini. Così anche di fronte a tragedie immani e inspiegabili come il naufragio a Lampedusa, costato la vita a decine di innocenti. Ancora il cardinale Péter Erdő:

“Auspichiamo che questa tragedia porti ad una presa di coscienza più profonda del grave problema dei profughi”.

Dell’emergenza immigrazione Mario Galgano ha parlato anche con il vescovo maltese di Gozo, mons. Mario Grech:

R. - È un incidente che spero ci aiuti ad aprire il nostro cuore verso questa gente. Mi auguro che tutte quelle persone che ancora non hanno accettato di aprirsi per aiutare questa gente, almeno con questa ennesima tragedia, si rendano conto che siamo corresponsabili di fronte alla morte di queste persone.

D. - Da un punto di vista anche maltese cosa chiedete all’Europa che forse è un po’ più lontana geograficamente da questi luoghi dove accadono queste tragedie?

R. – Basta con la nostra cecità e con la nostra irresponsabilità! Io mi ricordo le parole che ci ha rivolto il Santo Padre quando ha detto che purtroppo l’uomo, oggi, non è più capace di piangere di fronte a queste tragedie.

“La Chiesa – aveva detto ieri il segretario generale della Ccee, mons. Mario Duarte da Cunha, vuole il bene della persona, e desidera quanto è bene per il suo sviluppo integrale e quello delle società in cui vive”. Da qui la necessità, e la proposta dei vescovi, di dar vita a una “sana laicità” o “laicità positiva”, che non teme Dio, e garantisce la presenza delle religioni nella sfera pubblica pur rispettando il principio della separazione fra Stato e Chiesa.







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