Assisi, appello di pace del Papa. Mons. Hobeika: grati per la sua attenzione al Medio
Oriente
Vasta eco ha avuto in tutto il Medio Oriente l’appello alla pace lanciato da Papa
Francesco durante l’omelia della Messa celebrata ad Assisi. “Sentiamo il grido di
coloro che piangono – ha detto il Pontefice – soffrono e muoiono a causa della violenza,
del terrorismo o della guerra, in Terra Santa tanto amata da san Francesco, in Siria,
nell’intero Medio Oriente, nel mondo”. Salvatore Sabatino ha raccolto il commento
di mons. Mansour Hobeika, vescovo di Zahleh dei Maroniti, in Libano, Paese
che sta soffrendo della vicina guerra siriana:
R. – Siamo tutti
molto grati al Santo Padre. Capiamo quanto sia importante la sua visita ad Assisi.
Papa Francesco si serve di questa speciale occasione per parlare della situazione
in Siria e nel Medio Oriente: insiste nei suoi discorsi così ricchi di espressività
e così ci mostra la sua preoccupazione, la sua vigilanza riguardo al nostro futuro.
Gli siamo grati anche per l’interesse che mostra verso la Chiesa in Medio Oriente.
D.
– San Francesco è stato in Medio Oriente e la sua è stata una figura di grande conciliazione.
Quale il valore di questo nuovo appello di pace che giunge dalla città di San Francesco?
R.
– Il Papa sta seguendo le orme di San Francesco e in questo modo indica la giusta
via a tutti. C’è però l’impressione che gli estremisti non ascoltino i suoi insegnamenti,
ma questo non deve farci paura, perché la maggioranza della popolazione in Medio Oriente
crede in questi valori positivi. Normalmente, ascoltano l’appello del Papa e si sentono
appoggiati dalle sue parole, perché il Papa cerca di perseguire gli interessi di tutti
quanti e la pace in favore di tutti. Questo per dare una continuità all’azione e alla
spiritualità di San Francesco.