Strage di migranti a Lampedusa: recuperati 111 corpi, ma bilancio parziale
Sono proseguite per tutta la notte le ricerche di eventuali sopravvissuti al naufragio
di ieri al largo di Lampedusa, dove al momento sono stati recuperati 111 corpi, ma
numerose decine sono ancora intrappolate nel relitto ed anche il mare agitato ostacola
le operazioni. Alessandro Guarasci:
Il bilancio di 111 morti è
purtroppo parziale, nell’isola sono arrivate infatti 140 bare. Uno dei sub ha raccontato
di una “massa di corpi incastrati nella stiva” ed altri “aggrappati alla fiancata
del peschereccio”. Il ministro Alfano ha confermato che “ci sono altre decine di corpi
incagliati tra le lamiere”, chiedendo poi di assegnare il Nobel per la pace a Lampedusa.
Per Alfano, che riferirà alla Camera alle ore 13, serve “agire in Europa e in Africa
per contrastare i flussi di immigrazione illegale” e tutto non può essere risolto
solo abolendo la Bossi-Fini. Tra poco arriverà anche il Presidente della Camera Laura
Boldrini. Oggi è lutto non solo a Lampedusa, ma in tutta Italia, e nelle scuole sarà
osservato un minuto di silenzio. Per il portavoce della commissaria europea per gli
Affari Interni Cecilia Malstrom bisogna agire per fermare gli scafisti intensificando
l’azione della Ue, anche nei Paesi di origine e di transito.
Gli abitanti
di Lampedusa sono stati tra i primi a soccorrere i migranti. Tra questi Vito Florio
che stava pescando quando si è reso conto della tragedia in atto. Emanuela Campanile
lo ha intervistato.
"Stavamo dormendo fuori dalla Tabaccara, che è una zona
qui, di Lampedusa, aspettando l’alba per iniziare a pescare, quando ci è sembrato
di sentire delle urla, delle voci, però abbiamo pensato che fossero i gabbiani, gli
uccelli… A un certo punto, siamo entrati in mare e la vista è stata tremenda: tutte
queste persone con le braccia alzate che urlavano… Abbiamo dato immediatamente segnale
alla Capitaneria di porto e dopo, in attesa che arrivassero loro, abbiamo iniziato
a far salire in barca, a raccogliere le persone che ormai erano già stremate: siamo
riusciti a trarne in salvo 47. Erano già tre ore che erano in acqua, perciò si può
immaginare… E quanti, quanti!, non hanno retto alla permanenza in acqua… Ci hanno
comunicato che c’erano parecchi bambini che si aggrappavano alle bottiglie...".
Il
premier Enrico Letta parla di “tragedia immane” e annuncia che si recherà, appena
possibile, a Lampedusa. Il ministro dell’Interno Angelino Alfano, all’uscita dall’hangar
dell’aeroporto dove sono stati portati i corpi delle vittime, parla di “scena raccapricciante”
che offende l’Occidente e l’Europa. “Un orrore”, aggiunge tra le lacrime il sindaco
di Lampedusa Giusy Nicolini, che invoca anche la creazione di “corridoi umanitari”.
Una tragedia – afferma infine il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon – che deve
spingere all’azione.
E' una tragedia - ha detto il presidente della Commissione
Europea Jose Manuel Barroso - che riguarda tutta l'Unione Europea. Secondo l’osservatorio
"Fortress Europe", nel Canale di Sicilia in dieci anni sono morte oltre 6.200 persone,
1.800 nel solo 2011. Il “no alla globalizzazione dell’indifferenza”, pronunciato da
Papa Francesco a Lampedusa, è evocato da mons. Francesco Montenegro, presidente
della Commissione Cei per le migrazioni che, al microfono di Debora Donnini,
esprime indignazione per quanto accaduto:
"E’ strano che dobbiamo mantenere
questa contabilità dei morti: dovremmo incominciare a pensare diversamente e invece
ci ritroviamo ancora con le stesse storie, sempre più pesanti. Il Papa ha dato un
segnale, ma a quanto pare ancora ci vorrà del tempo prima che quel segnale produca
effetti. Però, la storia di questi uomini ci tocca e non possiamo dire: bè, altri
80, e poi domani altri 10, altri 20… Sono vite umane, sono storie… Io sono un po’
indignato, perché l’amore porta sempre l’indignazione, no? La parola 'rabbia' forse
non ci sta, però quella rabbia che è giusta, sì: perché stanno passando i mesi, stanno
passando gli anni, anche i mezzi di comunicazione continuano a parlare di 'emergenza'.
Ma se questa è ancora emergenza, forse dobbiamo cambiare il significato della parola
emergenza. Noi non possiamo fare gli spettatori: ci racconteremo questi fatti in attesa
che succeda un altro fatto? Ma la storia si costruisce così, il mondo può cambiare,
se continueremo ad agire così? Sono costernato…".
Sulla stessa linea le
parole del direttore della Sala Stampa Vaticana, padre Federico Lombardi:
"E’
particolarmente doloroso che, nonostante l’impegno, nonostante i richiami e i moniti,
di fatto questo tipo di tragedie continuino ad avvenire. Anzi, sono cifre assolutamente
impressionanti e quindi comprendiamo sempre più il valore e il significato di quella
scelta del Papa di fare lì il suo primo viaggio e di fare questo atto di preghiera
e di meditazione di fronte a questa tragedia terribile".