Sicurezza bambini: incidenti domestici prima causa di morte, prevenibili al 90%
“Un mondo sicuro per i nostri bambini”: il tema dell’incontro promosso dall’Ospedale
pediatrico Bambino Gesù, ospitato a Roma dalla Pontificia Università Urbaniana. Gli
incidenti domestici, stradali, sportivi sono la prima causa di morte sotto i 14 anni.
Incidenti che sono in gran parte evitabili, come sottolinea Emanuela Ceriati,
chirurgo nell’Ospedale Bambin Gesù, al microfono di Roberta Gisotti:
R. - La maggior
parte degli incidenti in età pediatrica sono prevenibili e prevedibili. Il 90% degli
incidenti fatali, quindi che portano a morte, sono evitabili. E’ documentato come
l’attuazione e l’efficacia di progetti di prevenzione e quindi di coinvolgimento del
personale sanitario, pediatri di famiglia, comunità sociali, comunità scolastiche,
provochino una netta riduzione dell’incidenza di mortalità.
D. - Ci sono dati
numerici su questi incidenti e quali sono quelli più frequenti?
R. - Tra 1
e 14, l’incidente è la prima causa di morte. Sono circa 233 mila le morti in Europa
correlate ad un incidente.
D. - Sono più numerosi gli incidenti domestici
o anche di altro tipo?
R. - In assoluto, fra 0 e 9 anni l’incidente comunque
più frequente è l’incidente domestico. Dai 9 anni in su, l’incidente sportivo.
D.
- La prevenzione: quali sono i soggetti principali su cui puntare? Immagino i genitori…
R.
- Assolutamente sì, i genitori, ai quali bisogna fare delle campagne di educazione
e di presa di conoscenza, perché il rischio maggiore è il non sapere che l’incidente
può essere prevenibile. Ci sono regole dettate dal buon senso che ogni mamma e che
ogni papà ha innate. Ma ci sono accortezze - e ci sono, ahimè, conseguenze - cui il
genitore comunque non va a pensare. Faccio un esempio: le batterie a disco che stanno
diventando un’emergenza sanitaria. Prodotti e detersivi sia per lavatrici che lavastoviglie,
che hanno un design molto appetibile dai bambini perché sembrano delle caramelle.
Occorre quindi un’educazione diretta a tutta la società - alle famiglie, al personale
didattico delle scuole, alle industrie - volta a segnalare quelli che possono essere
i pericoli che altrimenti non si conoscono.
D. - Dottoressa, dalla sua esperienza,
ha riscontrato che il noto buon senso, quelle norme di sicurezza e di prudenza che
si trasmettevano all’interno delle famiglia - dalla nonna alla mamma, dal nonno al
papà - oggi siano un po’ venute meno?
R. - Sì, sono forse venute meno, ma non
consapevolmente. Forse, i ritmi della nostra vita attuale moderna possono ovviamente
essere dei fattori di aumentato rischio in questo senso. Faccio riferimento per esempio
agli eventi traumatici, cui stiamo diventando sempre più abituati, come al fatto di
lasciare o di dimenticare il bambino in macchina, cui magari si potrebbe far fronte
anche con dei meccanismi di prevenzione, con dei sistemi di allarme che ti ricordano
che c’è ancora il bambino nell'auto.