Dunque una nuova strage di migranti a mezzo miglio da Lampedusa. Secondo l’osservatorio
"Fortress Europe", nel Canale di Sicilia in dieci anni sono morte oltre 6.200 persone,
1.800 nel solo 2011. Il “no alla globalizzazione dell’indifferenza”, pronunciato da
Papa Francesco a Lampedusa, è evocato da mons.Francesco Montenegro,
presidente della Commissione Cei per le migrazioni che, al microfono di Debora
Donnini, esprime indignazione per quanto accaduto:
"E’ strano che dobbiamo
mantenere questa contabilità dei morti: dovremmo incominciare a pensare diversamente
e invece ci ritroviamo ancora con le stesse storie, sempre più pesanti. Il Papa ha
dato un segnale, ma a quanto pare ancora ci vorrà del tempo prima che quel segnale
produca effetti. Però, la storia di questi uomini ci tocca e non possiamo dire: bè,
altri 80, e poi domani altri 10, altri 20… Sono vite umane, sono storie… Io sono un
po’ indignato, perché l’amore porta sempre l’indignazione, no? La parola 'rabbia'
forse non ci sta, però quella rabbia che è giusta, sì: perché stanno passando i mesi,
stanno passando gli anni, anche i mezzi di comunicazione continuano a parlare di 'emergenza'.
Ma se questa è ancora emergenza, forse dobbiamo cambiare il significato della parola
emergenza. Noi non possiamo fare gli spettatori: ci racconteremo questi fatti in attesa
che succeda un altro fatto? Ma la storia si costruisce così, il mondo può cambiare,
se continueremo ad agire così? Sono costernato…".
Sulla stessa linea le
parole del direttore della Sala Stampa Vaticana, padreFederico Lombardi:
"E’ particolarmente doloroso che, nonostante l’impegno, nonostante i richiami
e i moniti, di fatto questo tipo di tragedie continuino ad avvenire. Anzi, sono cifre
assolutamente impressionanti e quindi comprendiamo sempre più il valore e il significato
di quella scelta del Papa di fare lì il suo primo viaggio e di fare questo atto di
preghiera e di meditazione di fronte a questa tragedia terribile".
Il volto
umano della solidarietà ancora una volta è stato disegnato dagli abitanti di Lampedusa.
Vito Florio stava pescando quando si è reso conto della tragedia in atto e
ha subito soccorso alcuni migranti. Emanuela Campanile lo ha intervistato:
"Stavamo
dormendo fuori dalla Tabaccara, che è una zona qui, di Lampedusa, aspettando l’alba
per iniziare a pescare, quando ci è sembrato di sentire delle urla, delle voci, però
abbiamo pensato che fossero i gabbiani, gli uccelli… A un certo punto, siamo entrati
in mare e la vista è stata tremenda: tutte queste persone con le braccia alzate che
urlavano… Abbiamo dato immediatamente segnale alla Capitaneria di porto e dopo, in
attesa che arrivassero loro, abbiamo iniziato a far salire in barca, a raccogliere
le persone che ormai erano già stremate: siamo riusciti a trarne in salvo 47. Erano
già tre ore che erano in acqua, perciò si può immaginare… E quanti, quanti!, non hanno
retto alla permanenza in acqua… Ci hanno comunicato che c’erano parecchi bambini che
si aggrappavano alle bottiglie...".