2013-10-03 15:06:44

Il vescovo di Assisi: dal Papa un forte messaggio a ritornare al Vangelo


Ci siamo preparati a questa giornata camminando come comunità sulle orme di Francesco: è entusiasta mons. Domenico Sorrentino per la visita del Papa nella sua diocesi a pochi mesi dall’invito, fatto al Pontefice nell’aprile scorso, insieme agli altri vescovi umbri durante la visita ad limina. Mons. Sorrentino sarà al fianco del Papa, per la prima volta pellegrino ad Assisi, in ognuna delle tappe di questa intensa giornata. Gabriella Ceraso ha raccolto la testimonianza del vescovo:RealAudioMP3

R. - L’esultanza è grande. C’è grande emozione e, in chi organizza, anche un po’ di trepidazione, perché i numeri che si prevedono sono tanti, ma la gioia è davvero immensa! Dunque, non vediamo l’ora di aver Papa Francesco tra di noi.

D. - Lei sarà sempre al suo fianco in questa giornata così intensa e in un tragitto pieno di tappe. Che significherà questa visita: ripercorrere l’esistenza di Francesco e riscoprire l’azione dello spirito in quella terra?

R. - Direi proprio questo, perché è una visita abbastanza singolare, non soltanto perché chi la fa è - per la prima volta nella storia - un Papa che porta il nome del nostro santo, ma perché il Papa ha dato un indirizzo al suo percorso che indubbiamente ci fa già riflettere. Comincia con l’istituto che si occupa di ragazzi con pluridisabilità; vuole essere presente per dare un segno alla giornata. Poi sarà qui in vescovado, la prima volta nella storia, per visitare la Sala della spoliazione. Qui il Papa vorrà incontrare i poveri perché ci si spoglia per Gesù Cristo e ci si spoglia per essere fratello universale, per non avere più l’idolo del denaro ma la concretezza dell’amore. Poi correrà - per cosi dire - a mangiare con i poveri nel nostro centro di accoglienza. Diciamo che all’interno del percorso francescano ha messo questi accenti che ci impegnano a riflettere sul messaggio che egli ci vuole dare.

D. - Quando ha scelto il suo nome Papa Francesco ha sottolineato di Francesco proprio i temi della povertà, della pace, della custodia del Creato. Ritiene che questi saranno anche i temi di fondo di questa presenza ad Assisi?

R. - Immagino che egli li toccherà; sono le sue grandi motivazioni e credo che se le porti nel cuore.

D. - La preparazione di tutta la sua diocesi è iniziata già da tempo con preghiere, incontri, pellegrinaggi … A cosa ha voluto dare più importanza in questa preparazione spirituale e cosa ha detto alla sua comunità?

R. - Ci siamo trovati su una naturale lunghezza d’onda con il Papa, perché sono anni che stiamo facendo un percorso diocesano proprio sulle orme di san Francesco; adesso stiamo facendo il Sinodo diocesano. Spero che il Papa voglia benedire il nostro Sinodo. Il filo conduttore è nella sostanza, sulle orme di Francesco e di Papa Francesco ritorniamo al Vangelo e a Gesù Cristo. Questo mi sembra il programma che noi ci siamo dati e che vogliamo tener fermo. In questa visita penso sia questa la grande eredità che Papa Francesco ci lascerà.

D. - Il Papa sta chiedendo e sta parlando di una Chiesa che lui vorrebbe povera, coraggiosa, centrata sul popolo … Una Chiesa che profuma di Vangelo e che è aperta a tutti. La Chiesa che il Papa trova da voi, che tipo di Chiesa è? Luci e ombre …

R. - Direi che trova una chiesa cosciente di doversi rimboccare le maniche per ritrovare in maniera ancora più puntuale il sapore del Vangelo. Lo stiamo facendo nelle piccole comunità, all’interno del cammino parrocchiale e diocesano. E questo sta cominciando a portare dei frutti. E poi naturalmente ci sono anche le ombre; è una Chiesa che, come tante altre, vive la sfida della secolarizzazione, della crisi della fede. All’interno, tante volte dobbiamo batterci il petto, perché potremmo essere più generosi e testimonianti …

D. - Quindi per tutta la comunità i frutti che lei vorrebbe, dopo questa tappa di un Papa che si chiama Francesco, quali sono?

R. - Io auspico che questa forte accentuazione attraverso il Papa, il suo nome, il suo tratto, della figura di Francesco, non si fermi a lui, né a Francesco, né a Papa Francesco, ma vada a Gesù Cristo. E dunque, che la Parola di Dio torni ad essere punto di riferimento con tutto quello che ne consegue, una Parola di Dio che forma una comunità eucaristica, capace di comunione forte, una Parola di Dio che ci spinga nella missione verso tutti, e soprattutto verso i più poveri. Ecco, io mi auguro questo, e sono sicuro che il Papa ci darà delle indicazioni importanti.







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