Giordania: il lavoro della Caritas nei Centri di Zarqa e Mafraq per i profughi siriani
Dozzine di donne con veli integrali neri entrano ed escono dalle stanze di Caritas
Giordania nelle città di Zarqa e Mafraq, dove si registrano i profughi siriani. Si
muovono in gruppo, per proteggere sé e le figlie dalle molestie. Sono tutte donne
sole, i mariti sono morti o rimasti in Siria a combattere. Alcune portano con sé i
neonati. Gli altri figli - la media siriana è di cinque o sei a famiglia - rimangono
in strada a giocare o a lavorare, vendendo piccoli prodotti come caramelle o bibite
per portare a casa 5 dinari al giorno. A Zarqa e Mafraq, non lontano dal confine con
la Siria - riferisce l'agenzia Sir - i giordani hanno fatto affari d’oro, affittando
case e garage al doppio del prezzo: i prezzi possono andare dai 100 ai 250 dinari.
Il denaro per pagare l’affitto, oltre al latte e ai pannolini, è la richiesta più
frequente nei due centri di Caritas Giordania. Caritas italiana li sta aiutando nell’ambito
dell’emergenza Siria, che ha raccolto solo 150 mila euro nonostante due anni di guerra
e 110 mila morti. Ne ha stanziati 550 mila per aiutare le Caritas medio-orientali
che li accolgono. A breve partirà un progetto per bambini disabili nel centro N.S.
della Pace ad Amman. L’intera rete di Caritas internationalis ha messo a disposizione
oltre 15 milioni di euro per gli aiuti alla Siria. (R.P.)