2013-10-02 14:18:36

Udienza generale. Il Papa: "Siamo una Chiesa che accoglie a braccia aperte i peccatori e dona coraggio e speranza?"


La Chiesa è santa non per i suoi meriti, “ma perché Dio la rende santa”. Ed è la casa di tutti”, tanto per l’indifferente quanto per chi cerca il perdono ma non ha il coraggio di chiederlo. Papa Francesco lo ha ripetuto ieri mattina dedicando la catechesi dell’udienza generale al passaggio del “Credo” in cui si afferma la santità della Chiesa. Molti gli applausi che hanno sottolineato i passaggi più intensi sulla misericordia di Dio verso ogni persona. Il servizio di Alessandro De Carolis: RealAudioMP3

Francesco, il Papa che canta la misericordia di Dio. Che assicura chiunque che Dio è un Padre che ha pronto il perdono anche per chi si sente imperdonabile, anche per chi gli volta le spalle. Gli oltre 50 mila che gremiscono la prima udienza generale di ottobre vengono da tutti e cinque i continenti e in tutte le lingue sentono ripetere nell’arco di un’ora e mezza – con l’energia che Papa Francesco sa mettere nelle parole – un’unica, irriducibile verità:

“Nella Chiesa, il Dio che incontriamo non è un giudice spietato, ma è come il Padre della parabola evangelica. Puoi essere come il figlio che ha lasciato la casa, che ha toccato il fondo della lontananza da Dio. Quando hai la forza di dire: voglio tornare in casa, troverai la porta aperta, Dio ti viene incontro perché ti aspetta sempre. Dio ti aspetta sempre! Dio ti abbraccia, ti bacia e fa festa. E’ cosi il Signore! Così è la tenerezza del nostro Padre!”.

La catechesi prende le mosse dal Credo, che afferma la Chiesa come “Santa”. Papa Francesco immagina subito l’obiezione di tanti, e le dà voce, guardando negli occhi la folla e scandendo un elenco che strappa l’applauso per la sua sincerità adamantina:

“Come può essere santa una Chiesa fatta di esseri umani, di peccatori? Uomini peccatori, donne peccatrici, sacerdoti peccatori, suore peccatrici, vescovi peccatori, cardinali peccatori, Papa peccatore… Tutto, tutto così! Come può essere santa una Chiesa così?".

Nonostante questo, anzi proprio per questo, è possibile comprendere e accettare la santità della Chiesa, che ha le sue radici in una grazia più forte delle sue forze:

“E questo significa che la Chiesa è santa perché procede da Dio che è santo, le è fedele e non l’abbandona in potere della morte e del male. E’ santa perché Gesù Cristo, il Santo di Dio, è unito in modo indissolubile ad essa; è santa perché è guidata dallo Spirito Santo che purifica, trasforma, rinnova. Non è santa per i nostri meriti, ma perché Dio la rende santa, è frutto dello Spirito Santo e dei suoi doni”.

Ed è questa la Chiesa santa – scandisce Papa Francesco – “che non rifiuta i peccatori, che invita tutti “a lasciarsi avvolgere dalla misericordia, dalla tenerezza e dal perdono”. E ancora, il Papa anticipa una obiezione – io “ho grandi peccati, come posso sentirmi parte della Chiesa?” – e offre la risposta:

“Caro fratello, cara sorella, è proprio questo che desidera il Signore; che tu gli dica: ‘Signore sono qui, con i miei peccati!’. Alcuni di voi sono qui senza i vostri peccati? Alcuni di voi? Nessuno! Nessuno di noi! Tutti portiamo con noi i nostri peccati. Ma il Signore vuole sentire che gli diciamo: ‘Perdonami, aiutami a camminare, trasforma il mio cuore!’. E il Signore può trasformare il cuore!”.

Il finale della catechesi è quello dell’esame di coscienza. “Siamo una Chiesa che chiama e accoglie a braccia aperte i peccatori, che dona coraggio, speranza, o siamo una Chiesa chiusa in se stessa?", si chiede Papa Francesco, per poi mettersi idealmente di fianco al disagio di chi vorrebbe chiedere il perdono del cielo ma si sente “fragile”. “Non avere paura di puntare in alto”, è la replica del Papa, “non avere paura della santità”:

“La santità non consiste anzitutto nel fare cose straordinarie, ma nel lasciare agire Dio. E’ l’incontro della nostra debolezza con la forza della sua grazia, è avere fiducia nella sua azione che ci permette di vivere nella carità, di fare tutto con gioia e umiltà, per la gloria di Dio e nel servizio del prossimo”.

Tra i saluti intervallati dalle catechesi in sintesi e in varie lingue, Papa Francesco ne ha rivolto uno speciale ai vari buddisti in Piazza San Pietro, appartenenti a diversi gruppi in arrivo dal Giappone, e ai partecipanti al Convegno nazionale dell’Apostolato della Preghiera e del Congresso nazionale Adoratori.

Ultimo aggiornamento: 3 ottobre







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