Presentata a Roma la stagione del Teatro dell'Opera: apertura il 27 novembre con "Ernani"
di Verdi
Presentata a Roma la stagione del Teatro dell’Opera, che si inaugura il prossimo 27
novembre con “Ernani” di Verdi diretta da Riccardo Muti. Oltre 120 serate d’opera
e balletto, per recuperare il pubblico e riportare il teatro lirico capitolino all’altezza
del suo nome e della sua storia. Senza dimenticare il sacro nella sua dimensione contemporanea
con il progetto dedicato alle “parabole da chiesa” di Britten. Il servizio di Luca
Pellegrini:
Il Teatro dell’Opera
di Roma ha legato il suo presente e il suo futuro al nome e al carisma di Riccardo
Muti. Nella prossima stagione si impegna a dirigere ancora il suo amato Verdi, a conclusione
delle celebrazioni dell’anno verdiano, cui si affianca Puccini con “Manon Lescaut”.
Il Teatro della capitale, insomma, non usa più la parola rilancio, questione scottante
che gravava sul suo prestigio, ma consolidamento della qualità artistica e della sua
tranquillità economica. Il sovrintendente Catello De Martino ripone grande
attenzione alla didattica e ai giovani, con la Scuola di Ballo, il Coro di Voci Bianche
e l’Orchestra Giovanile. Queste le sue motivazioni:
"Colgo l’occasione per
chiarire questa mia dedizione: nasco insegnante, quindi ho una spiccata sensibilità
nei confronti dei giovani e credo che un Paese civile debba puntare sulla valorizzazione
delle proprie risorse giovanili. Ritengo che un’educazione musicale possa contribuire
al miglioramento del popolo. Le assicuro che lo sforzo che stiamo facendo all’interno
del Teatro è uno sforzo oneroso che sfocia anche nelle difficoltà quotidiane per la
disponibilità degli spazi, per l’organizzazione del personale. Sicuramente rappresenta
un costo ma sono certo che un domani diventerà un profitto, sicuramente per il teatro
ma soprattutto per i ragazzi".
Oltre ai titoli d’opera e balletto presenti
nella classica stagione, la programmazione non trascura il sacro e il contesto architettonico
e spirituale di Roma. Il direttore artistico Alessio Vlad ne ribadisce l’importanza
e annuncia il proseguimento di un progetto triennale dedicato alla musica sacra di
Banjamin Britten:
"Roma è la città simbolo delle cristianità. Quest’anno
2013 è il centenario della nascita di uno dei più importanti compositori del secolo:
Banjamin Britten. Pensare a qualcosa che fosse legato alla cristianità - e la musica
religiosa in Britten è molto molto presente - mi sembrava che fosse un’occasione unica.
Infatti, non a caso l’anno scorso l’opera del “Curlew River” all’Ara Coeli
credo sia stata una cosa che a me personalmente ha suscitato una grandissima commozione
proprio perché si teneva lì, in quella chiesa - che forse è la più bella chiesa di
Roma - vicino al Campidoglio, nel cuore della città. C’è un qualcosa che ha avuto
un significato che è andato molto oltre quello che poi è il significato della semplice
rappresentazione. È un progetto triennale: rappresentare l’anno prossimo il 'Prodigal
Son'; concludere il ciclo l’anno dopo e poi rifare tutte e tre le opere insieme".