2013-09-30 13:56:43

Mali: violenze a Kidal e Timbuctu riaccendono l'incertezza


Rimane tesa ed incerta la situazione nei due capoluoghi settentrionali di Kidal e Timbuctù, teatro di violenze negli ultimi giorni. Ancora ieri mattina disordini sono stati segnalati al centro di Kidal (nord-est), mentre è poco chiara la dinamica degli scambi all’arma da fuoco durati un’ora domenica, tra soldati regolari e presumibilmente alcuni combattenti della ribellione tuareg del Movimento nazionale di liberazione dell’Azawad (Mnla). Finora alcun bilancio di eventuali vittime è stato diffuso. Secondo l’esercito di Bamako - riferisce l'agenzia Misna - i militari hanno aperto il fuoco dopo essere stati attaccati da non meglio precisati ribelli tuareg a un check-point al centro del capoluogo. Secondo lo Stato maggiore dell’esercito, almeno due soldati sono rimasti feriti. Diametralmente opposta è la versione dei fatti resa nota dall’Mnla, in base alla quale “soldati maliani hanno deliberatamente aperto il fuoco contro un’unità mobile del nostro movimento mentre circolava in città”. Moussa Ag Attaher, un portavoce dell’Mnla, ha denunciato “una flagrante aggressione che ha spinto i nostri uomini a difendersi” e un “atto di provocazione” da parte dell’esercito. Ha alimentato ulteriore incertezza in città anche l’esplosione – per alcuni un attentato – nei pressi di un deposito utilizzato in passato dal Programma Alimentare Mondiale (Pam), senza mietere vittime. Venerdì, sempre a Kidal, due militari maliani della Guardia nazionale sono rimasti feriti da due ordigni lanciati da ignoti mentre assicuravano la sicurezza della sede della Banca maliana di solidarietà. Nelle ultime ore abitanti del capoluogo settentrionale hanno raccontato di “una città al buio”, di “timori di nuovi combattimenti” mentre i combattenti dell’Mnla, accantonati dalla firma dell’accordo di Ouagadougou lo scorso giugno, sarebbero tornati per le vie del centro, dove pattugliano Caschi blu e militari francesi. Sabato verso le ore 13, è stata invece la città santa di Timbuctù ad essere colpita da un attentato suicida contro un locale campo militare. Nell’attacco sono rimasti uccisi due civili e quattro terroristi. L’attacco è stato rivendicato da Al Qaida nel Maghreb islamico (Aqmi). Violenze e attentato si sono verificati pochi giorni dopo che i gruppi ribelli dell’Azawad – oltre all’Mnla anche l’Alto Consiglio per l’Unità dell’Azawad (Hcua) e il Movimento Arabo dell’Azawad (Maa) – hanno deciso di ritirarsi dai colloqui avviati con il governo di Bamako. I colloqui in questione vertono sull’attuazione dell’accordo preliminare siglato lo scorso giugno in Burkina Faso ma soprattutto devono definire lo statuto del nord del Mali. Si tratta di un annoso contenzioso che vede scontrarsi due posizioni diametralmente opposte: le ribellioni rivendicano l’autonomia dell’Azawad mentre le autorità non sono disposte a negoziare l’unità nazionale e l’integrità territoriale del Mali. “Il moltiplicarsi degli attentati e delle violenze dimostra che la guerra contro il terrorismo non è ancora terminata e che la situazione della sicurezza rimane fragile in tutta la fascia del Sahel e del Sahara” si legge in una nota a firma del nuovo governo. Nonostante l’elezione democratica del presidente Ibrahim Boubacar Keita, che ha messo fine alla transizione politica, sul piano della sicurezza la situazione nell’ex colonia francese rimane incerta. I fatti degli ultimi giorni si sono verificati mentre Keita, in carica dall’inizio del mese, è in visita ufficiale a Parigi. (R.P.)

Ultimo aggiornamento: 1° ottobre







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