Mali: i ribelli tuareg del nord sospendono i negoziati con il governo
Sarebbe già effettiva dal 18 settembre scorso, ma è stata annunciata solo ieri, la
decisione di sospendere la partecipazione al comitato competente incaricato della
negoziazione tra il governo e i ribelli, da parte dei gruppi tuareg del Mali. L’annuncio
è stato dato attraverso un comunicato congiunto a firma del Movimento nazionale di
liberazione dell’Azawad, dell’Alto Consiglio per l’Unità dell’Azawad e del Movimento
arabo dell’Azawad, che criticano fortemente l’esecutivo per la mancata attuazione
degli accordi di Ouagadougou siglati nel giugno scorso. Tuttavia, riferisce Misna,
i leader dei movimenti non chiudono del tutto la porta alle trattative, precisando
di essersi fatti promotori di “una lettera per convocare urgentemente una riunione
sul tema con tutte le parti coinvolte”. I tre gruppi ribelli, protagonisti dal gennaio
2012 di una crisi armata nel nord del Paese, chiedono inoltre a Bamako la liberazione
dei loro esponenti detenuti in carcere e l’esame dello statuto del nord del Mali,
che il neopresidente Keita ha più volte respinto, sottolineando che “non negozierà
mai l’integrità territoriale del Mali né l’unità nazionale”. Il presidente, dal canto
suo, ha proposto la creazione di una forza multinazionale con gli altri Paesi della
regione per intervenire massicciamente contro la “minaccia islamista nell’area”, ma
sono proprio le diverse rivalità regionali presenti ad aggravare il problema e a causare
la mancanza di cooperazione che consente agli insorti e ai terroristi di avere campo
libero. L’accordo di Ouagadougou ha messo fine a 18 mesi di crisi armata e ha consentito
l’organizzazione di elezioni presidenziali, ma sul terreno la situazione resta instabile
a causa della presenza di uomini armati e di banditi di strada, specialmente nell’area
tra Gao e Kidal. (R.B.)