L'eredità di Papa Luciani a 35 anni dalla scomparsa: intervista con mons. Andrich
Era il 28 settembre 1978 quando moriva improvvisamente Giovanni Paolo I, al secolo
Albino Luciani. Era stato eletto Papa solo 33 giorni prima, il 26 agosto. Il suo pontificato
è tra i più brevi della storia, ma a 35 anni di distanza resta grande la sua eredità
spirituale. Isabella Piro ne ha parlato con mons. Giuseppe Andrich,
vescovo di Belluno-Feltre, diocesi d’origine di Papa Luciani:
R. – E’ sempre
stato un uomo di pace e di serenità, che tendeva a unire le persone, a valorizzare
soprattutto quella spiritualità del senso del popolo di Dio, della fedeltà delle persone
anche umili. Come vescovo di Belluno-Feltre posso testimoniare che è stato un Papa
che ha anche lasciato nelle persone più semplici una nostalgia che vede ora adempirsi
con l’attuale Papa Francesco. Lo trovano somigliante: Papa Luciani è stato quasi un
antesignano di molti gesti e parole, e soprattutto dell’attenzione e della vicinanza
con le persone.
D. – Furono solo quattro le udienze generali che riuscì a
tenere Giovanni Paolo I eppure è ricordato come il “Papa catechista”: perché?
R.
– Perché prima di tutto nella scelta degli argomenti, che erano poi i suoi argomenti
preferiti, ha trattato la fede, la speranza, la carità, in una forma dialogante, facendo
anche intervenire e dialogare i fedeli. Sapeva effettivamente far intervenire l’intimo
della persona per capire quello che lui diceva, quasi per partecipare al dialogo che
stabiliva con i suoi ascoltatori. Già da giovane prete ha saputo insegnare come nella
catechesi e nell’evangelizzazione, anche a tu per tu, occorre partire dalla vita,
occorre riflettere per dare questo rapporto tra il seme della Parola e il terreno
che noi stiamo vivendo nelle situazioni più diverse, durante la nostra esistenza.
D. – Papa Luciani fu antesignano anche nel percepire l’importanza della comunicazione…
R.
– Sì, certamente. Ricordo molto bene quando, da Papa, disse ai giornalisti: “Se San
Paolo fosse ancora qui, più che il giornalista farebbe il responsabile di una grande
agenzia giornalistica”. Sentiva la necessità che le notizie centrassero veramente
i problemi più urgenti per l’umanità di oggi.
D. – Se noi volessimo ricordare
tre parole per Papa Luciani, lei quale userebbe?
R. – Essere persone umili,
accoglienti, vere, con la capacità di dire quello che si è nell’intimo del cuore come
l’elemento più centrale della propria coscienza, della propria consapevolezza cristiana.