Beatificazione di don Bulešić, martire sotto il regime di Tito. il card. Amato: un
invito a restare saldi nella fede
Celebrata oggi a Pola, in Croazia, la Messa per la Beatificazione di Miroslav Bulešić,
sacerdote diocesano, martire, ucciso nell’Istria settentrionale nel 1947. A presiedere
il rito, il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi.
Il servizio di Giada Aquilino:
Erano gli anni
’40, gli anni del regime di Tito, gli anni della persecuzione comunista della Chiesa
in Croazia: oltre 400 sacerdoti trucidati o morti per torture e stenti nelle carceri.
Uccisi anche teologi e seminaristi, suore e laici. Don Miroslav, nato nel 1920 nei
pressi di Sanvincenti, fu ordinato sacerdote nel 1943. Fu anche professore e vicepreside
al seminario di Pisino. A soli 4 anni dall’ordinazione, fu ucciso a Lanischie: era
il giorno delle Cresime in parrocchia, ma c’erano concrete avvisaglie di contestazioni.
Il Sacramento fu amministrato lo stesso, con un po’ d’anticipo sull’orario programmato,
ma un manipolo di miliziani armati mise a ferro e fuoco l’edificio, come spiega il
cardinale Angelo Amato:
“Nell'inferno di questo caos i facinorosi
si sfogarono contro don Miro, bastonandolo selvaggiamente e spintonandolo con violenza
contro il muro. Il giovane sacerdote insanguinato e sfigurato ripeté più volte l'invocazione:
‘Gesù, accogli la mia anima’”.
Dal cimitero locale, il corpo venne più
tardi traslato a Sanvincenti. Oggi la sua ultima dimora è la chiesa dell’Annunciazione
di Maria. E’ stato Papa Benedetto XVI - che nel 2011 aveva visitato la Croazia e a
Zagabria si era soffermato in preghiera sulla tomba di un altro figlio di quella terra,
il Beato Alojzije Stepinac - a riconoscere l’anno successivo il martirio di don Miroslav
Bulešić. Sul significato della cerimonia di Pola, ancora il cardinale Amato:
“La
beatificazione odierna del nostro sacerdote e martire vuole essere un invito a tutti
a rimanere saldi nella fede. È, inoltre, un monito a non ripetere mai più il gesto
tragico di Caino, ma a vivere nella pace, nella fraternità e nella carità, secondo
la parola di Gesù che dice: ‘Questo vi comando amatevi gli uni gli altri’.