Elezioni legislative questo sabato in Guinea Conakry. Cinque milioni i cittadini chiamati
al voto. Le consultazioni, originariamente previste per il 2011, sono state rinviate
più volte. L’ultimo slittamento è stato deciso la settimana scorsa, con l’accordo
di tutti i partiti. Sulla situazione Davide Maggiore ha sentito Tommaso
Caprioglio, vice-capo della missione di osservazione elettorale dell’Unione Europea
a Conakry:
R. - Il 19 e
il 20 settembre ha avuto luogo un comitato straordinario al quale hanno preso parte
gli attori politici e gli interlocutori a livello internazionale quali l’Unione Europea,
l’Ambasciata di Francia e quella degli Stati Uniti. Sono arrivati ad un accordo con
il quale si è determinato che c’erano delle anomalie tecniche che necessitavano ancora
di un periodo ulteriore per fare in modo di risolvere queste problematiche. Per questo
è stato deciso attraverso un accordo consensuale tra tutte le parti di rinviare le
elezioni di quattro giorni. Quindi, le elezioni avranno luogo sabato 28.
D.
- Tra i rappresentanti delle parti politiche dunque c’è accordo ma sono arrivate anche
notizie di una situazione più turbolenta invece sulle strade per via di manifestazioni.
In quale clima Conakry attende questo voto più volte rinviato?
R. - Subito
dopo l’accordo ci sono state, nella periferia di Conakry, alcune manifestazioni spontanee
- quindi non organizzate - che hanno provocato degli incidenti piuttosto seri, che
ora fortunatamente, sono sotto controllo. Al momento, ci è giunta la notizia di una
persona deceduta e sappiamo che ci sono stati diversi feriti. Quindi in questo momento
è chiaro che c’è grande attesa. A Conakry la situazione è tranquilla, però ovviamente
siamo tutti vigilanti, perché sappiamo che essendo in un contesto abbastanza teso,
come missione di osservazione elettorale, abbiamo un dispositivo di 84 osservatori
pronti. Qui, nella missione ovviamente non c’è stato alcun tipo di ripercussione.
D.
- Abbiamo accennato alle turbolenze che ci sono state, quindi ovviamente si guarda
con molta attenzione a tutto il processo democratico della Guinea. In questo senso,
come si è svolta la campagna elettorale?
R. - Sicuramente c’è un lato positivo.
La campagna elettorale è stata una campagna inclusiva nella quale tutti i leader politici
hanno potuto svolgere la propria attività di campagna senza problemi rilevanti. Diciamo
che non ha entusiasmato le folle; è stata una campagna piuttosto timida, soprattutto
all’inizio. Poi si è animata nelle ultime ore e ha visto la sua fine giovedì 26 a
mezzanotte.
D. - Nel comunicato della scorsa settimana, come missione elettorale
dell’Unione Europea, avete fatto un appello a tutte le parti politiche e agli elettori
guineani mettendo in rilievo alcuni punti …
R. - Il nostro è stato un appello
rivolto, in particolar modo, alla Commissione elettorale nazionale indipendente che
ha la responsabilità dell’organizzazione dello scrutinio, in quanto la missione pensa
che la fase delicata della distribuzione delle carte elettorali sia qualcosa sulla
quale la stessa commissione abbia il dovere di comunicare le cifre di diffusione delle
stesse carte. Questo perché la propria carta elettorale è un documento obbligatorio
per votare. Quest’operazione di distribuzione è cominciata con un certo ritardo, in
condizioni a volte anche caotiche, determinando la necessità di fare un comunicato
nel quale abbiamo chiamato ad una maggiore trasparenza.
D. - Ecco, in questo
senso c’è stato in questi giorni qualche cambiamento?
R. - La commissione ha
migliorato la sua comunicazione nei giorni scorsi, però la missione, ancora oggi,
ha bisogno di più informazioni per verificare quante carte elettorali siano state
distribuite e quante ancora rimangono nelle oltre duemila commissioni responsabili
dell’operazione.