Il Papa: il cristiano non evita la Croce ma porta le umiliazioni con gioia e pazienza
La prova per capire se si è cristiani sta nella “capacità di portare con gioia e pazienza
le umiliazioni”. Papa Francesco ha sottolineato questo aspetto della vita di fede
nell’omelia della Messa celebrata venerdì mattina in Casa Santa Marta. Il Papa ha
messo nuovamente in guardia dalla “tentazione del benessere spirituale”, che impedisce
di amare Cristo con tutto se stessi. Il servizio di Alessandro De Carolis:
Sì, “ma fino
a un certo punto”. Il pericolo della tiepidezza, di una fede fatta di calcoli e passi
trattenuti, è sempre dietro l’angolo. E Papa Francesco la snida con il consueto argomentare,
che non lascia spazio a scuse. Punto di partenza, il Vangelo di Luca, nel brano in
cui Gesù chiede prima ai discepoli cosa dica la gente di Lui e poi cosa dicano loro
stessi, fino alla risposta di Pietro: “Il Cristo di Dio”. “Questa domanda è rivolta
anche a noi”, osserva il Papa, che elenca subito dopo una serie di risposte dalle
quali trapela l’essenza di una fede matura per metà. “Per te chi sono io? Il padrone
di questa ditta, un buon profeta, un buon maestro, uno che ti fa bene al cuore?” –
che pure è “tutto vero”. Sono “Uno che cammina con te nella vita, che ti aiuta ad
andare avanti, a essere un po’ buono?”. Sì, è vero, ma non finisce lì:
“E’
stato lo Spirito Santo a toccare il cuore di Pietro per dire chi è Gesù. Se è il Cristo,
il Figlio di Dio vivo, è un mistero, eh? Chi può spiegare quello... Ma Lui l’ha detto.
E se ognuno di noi, nella sua preghiera, guardando il Tabernacolo, dice al Signore
tu: ‘Tu sei il Cristo, il Figlio di Dio vivo', primo non può dirlo da se stesso, deve
essere lo Spirito Santo a dirlo in lui. E, secondo, preparati, perché Lui ti risponderà:
‘E’ vero’”.
Alla risposta di Pietro, Gesù chiede di non rivelarlo a nessuno
e poi annuncia la sua Passione, la sua morte e la sua Risurrezione. E qui, Papa Francesco
ricorda la reazione del capo degli Apostoli, descritta nel Vangelo di San Matteo,
che dichiara: “Questo non ti accadrà mai”. “Pietro – commenta il Papa – si spaventa,
si scandalizza”, né più né meno di tanti cristiani che dicono: “Mai ti succederà questo!
Io ti seguo fino a qui”. Un modo, cioè – pungola Papa Francesco – di “seguire Gesù
per conoscerlo fino a un certo punto”:
“E questa è la tentazione del benessere
spirituale. Abbiamo tutto: abbiamo la Chiesa, abbiamo Gesù Cristo, i Sacramenti, la
Madonna, tutto, un bel lavoro per il Regno di Dio; siamo buoni, tutti. Perché almeno
dobbiamo pensare questo, perché se pensiamo il contrario è peccato! Ma non basta con
il benessere spirituale fino ad un certo punto. Come quel giovane che era ricco: voleva
andare con Gesù, ma fino ad un certo punto. Manca quest’ultima unzione del cristiano,
per essere cristiano davvero: l’unzione della croce, l’unzione dell’umiliazione. Lui
umiliò se stesso fino alla morte, morte di tutto. Questa è la pietra di paragone,
la verifica della nostra realtà cristiana: sono un cristiano della cultura del benessere?
Sono un cristiano che accompagna il Signore fino alla croce? Il segno è la capacità
di portare le umiliazioni”.
Lo scandalo della Croce continua però a bloccare
molti cristiani. Tutti – constata Papa Francesco – vogliono risorgere, ma “non tutti”
intendono farlo per la strada della Croce. E anzi, si lamentano dei torti o degli
affronti subiti, comportandosi all’opposto di ciò che Gesù ha fatto e chiede di imitare:
“La
verifica se un cristiano è un cristiano davvero è la sua capacità di portare con gioia
e con pazienza le umiliazioni; e come questa è una cosa che non piace... ci sono tanti
cristiani che, guardando il Signore, chiedono umiliazioni per assomigliare più a Lui.
Questa è la scelta: o cristiano di benessere – che andrai al Cielo, eh?, sicuro ti
salverai, eh? – o cristiano vicino a Gesù, per la strada di Gesù”.