Crisi in Grecia: costretta a chiudere l'antica Università di Atene
La crisi economica colpisce anche la cultura e l’istruzione. L'Università di Atene,
il più antico ateneo della Grecia e tra le più prestigiose di tutto l'est Europa,
ha dovuto sospendere ogni attività. Fondata nel 1837, la celebre istituzione, che
conta più di 50 mila studenti, ha subito gli effetti dei tagli eccessivi alla spesa
pubblica così come richiesto ad Atene dalla troika, formata da Unione Europea, Banca
Centrale Europea e Fondo Monetario Internazionale. Giancarlo La Vella ne ha
parlato con l’economista Francesco Carlà:
R. – C’è un
programma di tagli piuttosto severo, che fa parte di tutta l’attività di contenimento
dei costi del settore pubblico, da parte del governo di Atene, per accedere ai noti
finanziamenti del piano di salvataggio ed è prevista la chiusura di molte università
periferiche ed anche un ridimensionamento piuttosto pesante dell’Università nella
stessa capitale greca, atenei di una certa importanza e anche di una certa storia.
Il Senato accademico dell’Università ha risposto a questa situazione in modo piuttosto
netto il 23 settembre scorso, sostanzialmente promuovendo la sospensione di tutte
le attività, in modo da poter far pressione sul governo di Atene, perché ridimensioni
o elimini i tagli in specifico per l’Università di Atene.
D. – A fronte di
notizie che cominciavano ad essere abbastanza confortanti e riguardavano non solo
la Grecia, ma anche altri Paesi, come la Spagna, questa insostenibilità di portare
avanti l’attività universitaria è un elemento che riporta ad uno stato di preoccupazione
forte...
R. – E’ chiaro che in Grecia, in questo momento, è in corso una lotta
intestina sui tagli, nel senso che la troika e il sistema di salvataggio prevedono
di tagliare, altrimenti si smette di erogare denaro in aiuto. Adesso, quindi, lo scontro
è ovviamente all’interno del Paese, soprattutto nel settore pubblico per stabilire:
per prima cosa, con che criteri si taglia; secondo, che cosa si taglia, cioè chi non
viene ridimensionato e chi, al contrario, viene ridimensionato di più. Bisogna considerare
appunto che ci sono anche delle scadenze e che adesso la troika è di nuovo ad Atene,
per un’ulteriore attività di revisione, perché è imminente lo sblocco della prossima
tranche di aiuti. Insomma, questo è lo scenario in cui tutto ciò si svolge.
D.
– Per quanto sia grave una crisi economica, secondo lei, esistono delle attività su
cui non si può assolutamente risparmiare: ad esempio, l’istruzione, la sanità...
R.
– Penso che sia esattamente così. Naturalmente bisogna poi andare a vedere, all’interno
di questi settori, quali e quanti sprechi esistono, quali e quante dispersioni di
capitali pubblici ci sono e come si può evitare, da una parte, di tagliare, ma dall’altra
anche di continuare a sprecare.