2013-09-26 13:47:55

Terra Santa: i cristiani arabi di Beit Jala in difesa della terra


Una lettera per raccontare il dolore delle famiglie provocato dall’oppressione israeliana. A indirizzarla a Papa Francesco è la popolazione della città cristiana di Beit Jala che sta vivendo, da tempo, il dramma dell’occupazione israeliana sotto forma di espropriazione di terra per permettere la costruzione di una strada, d’insediamenti e del Muro di separazione. A consegnarla al Papa nei giorni scorsi, nel corso di un’udienza - riferisce l'agenzia Sir - è stato lo stesso parroco del villaggio palestinese, padre Ibrahim Shomali, che ha anche denunciato l’espropriazione da parte d’Israele di terreni di proprietà del convento di Cremisan. Nella missiva si evidenzia come il popolo palestinese sia molto legato alla sua terra e lotta per restarvi. Tuttavia il mantenimento dei terreni richiede delle misure concrete per contrastare ogni tentativo di acquisizione e per consentire al popolo palestinese di vivere con dignità in uno Stato libero. L’esproprio di terre appartenenti al convento di Cremisan e l’annessione di quelle di 58 famiglie palestinesi di Beit Jala era stato oggetto di giudizio da parte di un Tribunale israeliano di Tel Aviv che ne aveva ribadito la legittimità. I leader della Chiesa cattolica in Terra Santa all’epoca avevano chiesto la modifica del tracciato del muro, in conformità con il diritto internazionale, segnalando che l’esproprio dei terreni in nessun modo avrebbe aiutato la causa della pace. (R.P.)







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