2013-09-26 13:39:39

Da Napolitano no a pressioni per scioglimento Camere. Il commento di Roberto Mazzotta


Dura nota ufficiale del Quirinale dopo la minaccia di dimissioni in massa annunciate dai parlamentari del Pdl, in caso di decadenza da senatore di Silvio Berlusconi. Fortissima tensione all’interno della maggioranza delle larghe intese e il premier Letta annuncia un chiarimento parlamentare in tempi rapidi. Servizio di Giampiero Guadagni: RealAudioMP3

Un fatto istituzionalmente inquietante. Napolitano definisce così la linea dura emersa questo giovedì nel vertice Pdl. Minaccia che si sta concretizzando con la raccolta di firme dei deputati per rassegnare le dimissioni, in caso di decadenza di Berlusconi. Il capo dello Stato ribadisce intanto che non ha alcuna intenzione di sciogliere le Camere e non accetta forme di pressione in questo senso. Napolitano giudica poi assurdo evocare, come è stato fatto, una operazione eversiva in atto contro il leader del Pdl, pur considerando comprensibile la vicinanza politica e umana dei parlamentari al loro presidente. Ma i toni del Pdl, con alcuni autorevoli distinguo, restano alti. E i capigruppo Brunetta e Schifani replicano al Quirinale: la definizione di operazione eversiva non è inquietante ma realistica e condivisibile. L’inquietudine di Napolitano è invece condivisa da Pd e Scelta civica. Maggioranza dunque profondamente divisa e governo in bilico. Da New York, il premier Letta dice: sono certo che riuscirò a convincere tutti sulla corretta priorità dei problemi in agenda. Letta pensa ad un chiarimento in Parlamento, forse con un voto sul rilancio del programma di Governo. Tutto questo entro il 4 ottobre, giorno del voto sulla decadenza di Berlusconi.

E' iniziata la raccolta di firme dei parlamentari del Pdl per dare le dimissioni, una risposta alla nota del Capo dello Stato. In mattinata Napolitano si era augurato che la volontà dei parlamentari del Pdl di dimostrare “vicinanza politica e umana” a Berlusconi avvenisse “senza mettere in causa il pieno svolgimento delle funzioni dei due rami del Parlamento”. Alessandro Guarasci: RealAudioMP3


Il Pdl fa ancor più quadrato attorno a Berlusconi. Napolitano in mattinata aveva saltato un convegno spiegando che si doveva occupare dell’inquietante annuncio di ieri sera del Pdl di far dimettere i parlamentari. Il presidente aveva anche detto che è assurdo parlare di “colpo di Stato”. Subito è arrivata la risposta dei capigruppo di Camera e Senato Brunetta e Schifani, affermando che si tratta davvero di un colpo di Stato, perché esiste “un'operazione persecutoria da parte di una corrente della magistratura, al fine di escludere definitivamente dalla competizione politica il leader del centrodestra, a cui si aggiunge – secondo Brunetta e Schifani- il voto della giunta per le elezioni del Senato con l'applicazione retroattiva della legge Severino”. A metà mattinata si era sparsa la notizia che Letta, al ritorno da New York, avrebbe chiesto una verifica, ma poi fonti di Palazzo Chigi hanno precisato che “ogni eventuale chiarimento avverrà non in vertici tra partiti o gruppi parlamentari ma nelle sedi proprie ovvero il Consiglio dei ministri e il Parlamento”.


Sul momento politico, Alessandro Guarasci ha sentito il presidente dell’Istituto Sturzo, Roberto Mazzotta RealAudioMP3


R. – Da cinque anni almeno il Paese è investito, come gli altri, da una crisi finanziaria internazionale pesante, per la quale non si era preparato. Oggi il Paese è impoverito e in una situazione molto pericolosa, piena di difficoltà. Io credo che andare avanti a colpi di mano sia dissennato, pur sapendo che noi viviamo le conseguenze di una "guerra" tra poteri dello Stato, nella quale le colpe sono distribuite.

D. – Tutto quanto, però, si concentra attorno a Berlusconi?

R. – Indubbiamente, la figura di Berlusconi è emblematica, in quanto bersaglio preferito e, in quanto, responsabile per tanto tempo della politica italiana, non adatto a svolgere il ruolo che aveva. A questo punto bisogna che le pazzie vengano messe da parte e si cerchi di riunire i cocci.

D. – E come riuniamo i cocci, secondo lei?

R. – Non mettendoci a fare "neoaventini" totalmente inutili, capendo che continuare in questa guerra è un suicidio. Un Paese che si permette di mandare il capo del proprio governo a spiegare ai mercati internazionali e alle istituzioni principali che l’Italia è un Paese stabile e contemporaneamente minacciare una specie d’insurrezione parlamentare ci dice che non siamo in una situazione di rischio, siamo al di là di una situazione di rischio. Io spero che il buon senso non sia totalmente travolto. Il problema, però, è che oggi serve un accordo di governo per fare delle cose importanti e non per campare alla giornata o tamponare lo 0,1 per cento del disavanzo una settimana sì e una settimana no.

D. – I cosiddetti falchi del Pdl hanno troppo peso dentro il partito?

R. – Il Pdl non è un partito, è un movimento organizzato intorno ad una persona e questa persona mi sembra in una situazione di difficoltà assoluta. E’ anche comprensibile il fatto che sia difficile esercitare la razionalità in una condizione come quella. Il problema è che si è arrivati ad avere una condizione come quella. Gli errori politici che sono stati commessi da parte di chi non è mai stato in grado di costruire un’alternativa alla realtà di Berlusconi, oggi si pagano pesantemente. Poi, siamo arrivati ad un punto nel quale gli errori degli anni passati sono stati devastanti e li stiamo pagando. Adesso speriamo di non rovinare tutto.








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