Onu: ancora 10 anni per affrontare la crisi climatica mondiale
Dalla bozza del nuovo rapporto dell’Osservatorio Onu per i cambiamenti climatici,
l'Ipcc, emerge un tempo limite di 10 anni prima che l’inquinamento causato dall’uomo
abbia effetti irreversibili sul pianeta. Nel documento si legge che l’uomo è il responsabile
di primo piano dei cambiamenti climatici e le prospettive per il futuro sono drammatiche.
Per interpretare questi dati, Davide Pagnanelli ha intervistato Giampiero
Maracchi, bioclimatologo del Cnr:
R. - Quello
che è successo negli ultimi 20 anni è già molto rilevante. Per quanto riguarda il
futuro la scienza climatica oggi usa modelli che sono sempre più affidabili ma che
non permettono di fare previsioni certe su quello che sta succedendo. Io quindi prenderei
con molta cautela questo rapporto dell'IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change),
nel senso di non andare verso il catastrofismo. È indubbio che bisogna agire, è indubbio
che fino ad ora i cambiamenti climatici - se si guarda ai dati anche delle grandi
compagnie di assicurazioni - hannocreatomoltissimi danni: nel
nostro Paese paghiamo tutti gli anni mediamente dai due ai tre miliardi di euro per
gli eventi negativi di tipo climatico e meteorologico. Quindi, non si deve abbassare
la guardia anzi bisogna agire perché finora è stato fatto molto poco, dal ’97 in poi.
D. – Quali sono le responsabilità dell’uomo nei cambiamenti climatici?
R.
– In questi ultimi 100 anni è stata bruciata senz’altro una quantità non indifferente
di combustibili fossili, i quali hanno modificato il contenuto dei gas dell’atmosfera;
Co2 ma così anche altri fenomeni – come il metano e ossidi di azoto – perciò è facile
calcolare cosa significano per il bilancio termico terrestre. Il contributo dell’uomo
è quindi importante.
D. – Quali saranno gli effetti di un aumento significativo
della temperatura globale?
R. – Ci sono già alcuni effetti. Abbiamo quattro
fenomeni importanti: le piogge intense che sono aumentate di nove volte rispetto agli
anni ‘60-’90; siccità in tutto il mondo con eventi gravi in tutte le regioni; ondate
di freddo ed ondate di calore estivo, perché anche questi ultimi sono fenomeni da
non sottovalutare. Quindi, abbiamo questi quattro tipi di eventi che comportano tutti,
da un punto di vista economico, enormi rischi ed enormi spese.
D. – Quali sono
le vie di miglioramento percorribili?
R. – Un modello diverso di economia rispetto
a quello che abbiamo avuto fino a questo secolo. Quindi, un’economia più sostenibile
anche se mi rendo conto che, con la crisi globale, non sia proprio un momento dei
più facili. Questo vuol dire quindi cambiare complessivamente tutti i meccanismi ma
la strada è questa, un modello sostenibile vuol dire: materie prime provenienti prevalentemente
dall’agricoltura con processi di carattere naturale in particolare la fotosintesi,
risparmio energetico, energie pulite e non combustibili fossili.