Gli Usa alzano il tono sulla Siria: dall'Onu arrivi una risoluzione forte
Una risoluzione “forte” delle Nazioni Unite sulla Siria, e in particolare sulle armi
chimiche. È quanto ha chiesto il presidente degli Stati Uniti, Obama, parlando al
Palazzo di Vetro. E dal segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, arriva un appello
a tutte le parti coinvolte, mentre nel Paese continuano gli scontri. Il servizio di
Davide Maggiore:
In
Siria serve “un bando sulle armi chimiche”, ha detto Obama, chiedendo “conseguenze”
per Assad se non rispetterà gli impegni presi. Da parte sua, Ban Ki-moon ha confermato
che gli ispettori Onu torneranno in Siria domani, e ha invitato a rendere possibile
la conferenza di Ginevra 2 e a sospendere tutti i trasferimenti di armi verso il Paese.
Ma in attesa dell’incontro tra il segretario di stato americano Kerry e il ministro
degli esteri russo Lavrov, previsto tra poche ore, Mosca ha fissato i paletti per
un’eventuale risoluzione: le sanzioni o l’uso della forza non dovranno essere “automatici”.
Ma le trattative non fermano la guerra: un’autobomba nei quartieri meridionali di
Damasco ha provocato 7 morti e 15 feriti, e il patriarcato greco-ortodosso ha lanciato
un appello per le 40 persone ancora intrappolate in uno dei monasteri di Maaloula,
dove continuano a scontrarsi esercito e ribelli. Intanto si spera per i due vescovi
ortodossi rapiti ad aprile: secondo la tv libanese al Mayadeen sarebbero vivi, e in
territorio siriano.