Crisi siriana. Ban Ki-moon: affrontare emergenza umanitaria
Il Segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, ha incontrato, a margine della 68esima
Assemblea Generale delle Nazioni Unite, il Segretario generale della Lega Araba, Nabil
el Araby. I due hanno sottolineato la necessità di ''porre fine allo spargimento di
sangue in Siria'', così come la necessità di affrontare l'emergenza umanitaria nel
Paese. Il leader del Palazzo di Vetro ha inoltre ribadito l'importanza di rafforzare
la collaborazione tra le Nazioni Unite e la Lega Araba. Sul terreno intanto non si
fermano gli scontri e la Mosca torna a ribadire la sua posizione contro l’uso della
Forza nel Paese. Marina Calculli:
La Russia
mette in guardia Washington: l’Occidente cerca di utilizzare l'accordo sul disarmo
dell’arsenale chimico siriano per cercare una risoluzione ONU che legittimi l'uso
della forza contro Damasco. Il regime – fanno sapere intanto le Nazioni Unite – ha
fornito per tempo la lista delle armi chimiche in proprio possesso. E in vista dell’arrivo
dei nuovi ispettori dell’ONU, che sorveglieranno le varie tappe del disarmo, Mosca
si è poi detta disponibile a inviare propri soldati sul terreno per proteggere i funzionari
del palazzo di vetro. Secondo il Cremlino, inoltre, i missili usati nel bombardamento
chimico del 21 agosto scorso non sono stati venduti a Damasco, ma a tre paesi arabi,
l’Egitto, gli Emirati e la Libia: un elemento – per Mosca – fortemente a favore della
tesi che ad usare le armi chimiche siano stati i ribelli e non il regime. E se l’accordo
russo-americano ha comunque aperto la strada a Ginevra 2, la conferenza di pace sulla
Siria, segnali positivi giungono adesso anche dall’opposizione. Il capo della Coalizione
Nazionale Siriana Ahmad Jarba si è detto per la prima volta pronto a sedersi al tavolo
del negoziato. In Siria intanto si continua a combattere nei dintorni di Damasco e
ieri un razzo ha colpito l’ambasciata russa nella capitale, senza provocare vittime.
Gli scontri scuotono ancora il nord al confine tra la regione di Lattakia e l’area
settentrionale del paese controllata dai ribelli.