La speranza dei giovani sardi nell’attesa dell’incontro con il Papa
A concludere l’intensa giornata di Papa Francesco a Cagliari sarà, stasera, l’incontro
con i giovani di tutta la diocesi. Da tempo si sono attivati per la preparazione a
questo momento speciale a cominciare dalla partecipazione, con circa 40 ragazzi e
ragazze, alla Gmg di Rio de Janeiro. A poche ore dal loro appuntamento con Papa Francesco
in Largo Carlo Felice, la testimonianza di Giorgia Atzei, universitaria di
Cagliari. L’intervista è di Adriana Masotti:
R. - Tra tante
realtà giovanili siamo tutti impegnati in varie cose; c’è per esempio chi canta con
il coro diocesano giovanile, creato proprio dai giovani di tutta la diocesi. Fanno
parte di tante parrocchie e di tanti movimenti che hanno provato tutto questo tempo,
stanno continuando a provare ed animeranno proprio il momento dei giovani con il Papa.
Per loro è un’esperienza di comunione molto forte ed è anche una novità. Abbiamo fatto
alcuni workshop insieme a Jane Ross, che è venuto qui in Sardegna e sarà presente
durante l’incontro dei giovani con il Papa. È stato moto interessante; abbiamo fatto
workshop di canto, di ballo e di comunicazione ed è stato importante vedere negli
sguardi e nei sorrisi come tutti abbiamo un’aspettativa grande per questo incontro
con il Papa. Ci siamo preparati nelle piccole cose, per accoglierlo nella maniera
migliore e dirgli che è “benvenuto” e siamo veramente felici della sua venuta qui
in Sardegna: terra che sta soffrendo ma anche piena di speranza. Noi giovani siamo
questa speranza, vogliamo essere questa speranza.
D. – Una delle difficoltà
dei giovani sardi è in particolare quella della mancanza di lavoro…
R. – Sì,
purtroppo c’è pochissimo lavoro, quasi niente ed anche i laureati fanno fatica a trovare
lavoro. Però io ho fiducia nella nostra terra e ho fiducia anche nelle risorse umane
che ci sono qua. Secondo me è solo un momento, un momento molto forte e difficile
perché in certi casi non si arriva davvero a fine mese; però è un momento importante
perché ci fa prendere consapevolezza di quello che siamo, del valore che ciascuno
di noi ha e del valore che ha la nostra terra. Io sono speranzosa e come me tantissimi
altri giovani lo sono.
D. – Per il Papa avete preparato delle domande. Cosa
vi aspettate che vi dica e che vi dia?
R. – Sì, vorremo fargli delle domande
e so che qualcuno le farà. Io so che ci risponderà come avrebbe risposto Gesù in questo
momento.
D. – Voi cosa volete dare al Papa?
R. – Vogliamo dirgli che
ci siamo, vogliamo dirgli che può contare su di noi, che la Chiesa c’è. Anche se in
certi momenti barcolliamo - perché ci sono tanti dolori anche all’interno della Chiesa
– la Chiesa però c’è ed in questo momento siamo noi ed il Papa deve sapere di poter
contare su di noi. Ci fidiamo di lui e Lui può fidarsi di noi.