Il Papa: non strumentalizzare i poveri, la carità non è assistenzialismo
"Io mi sento a casa qui e spero che anche voi vi sentiate a casa, come si dice in
America Latina, 'questa casa è la vostra casa'": è così che Papa Francesco si è rivolto
ai poveri, ai detenuti e ai rappresentanti del mondo dell’associazionismo e del volontariato
che domenica pomeriggio lo hanno accolto in cattedrale a Cagliari. Il servizio della
nostra inviata, Adriana Masotti:
“Qui
sentiamo in modo forte e concreto che siamo tutti fratelli", afferma il Papa all’inizio
del suo discorso, "nessuno qui è migliore dell'altro"."L’unico Padre è il Padre nostro
celeste, e l’unico Maestro è Gesù Cristo ... e guardando Gesù si vede che Lui ha scelto
la via dell’umiltà e del servizio, la via della carità”.
“La carità non
è un semplice assistenzialismo e nemmeno un assistenzialismo per tranquillizzare le
coscienze. No, quello non è amore: quello è negozio, eh?, quello è affare. L’amore
è gratuito. La carità, l’amore è una scelta di vita, è un modo di essere, di vivere;
è la via dell’umiltà e della solidarietà. Non c’è un’altra via, per questo amore”.
Ma
non bastaguardare a Gesù, dicePapa Francesco,bisogna seguirlo.
E qui unaraccomandazione forte: “Non possiamoseguire Gesù sulla via
dellacarità se non ci vogliamobene prima ditutto tra noi.
E’ necessariofare le opere dimisericordia conmisericordia!
Le opere di carità concarità”:
“La società italiana oggi ha molto
bisogno di speranza, e la Sardegna in modo particolare. Chi ha responsabilità politiche
e civili ha il proprio compito, che come cittadini bisogna sostenere in modo attivo.
(…) Ma come Chiesa abbiamo tutti una responsabilità forte che è quella di seminare
la speranza con opere di solidarietà, sempre cercando di collaborare nel modo migliore
con le pubbliche istituzioni, nel rispetto delle rispettive competenze”.
Seguendo
Cristo sulla via della carità, è possibile seminare speranza:
“Sapete?
A volte si trova anche l’arroganza nel servizio ai poveri! Sono sicuro che voi l’avete
vista: quell’arroganza nel servizio a quelli che hanno bisogno del nostro servizio.
Alcuni si fanno belli, si riempiono la bocca con i poveri; alcuni strumentalizzano
i poveri per interessi personali o del proprio gruppo. Lo so, questo è umano, ma non
va bene! Non è di Gesù, questo. E dico di più: questo è peccato! E’ peccato grave,
perché è usare i bisognosi, quelli che hanno bisogno, che sono la carne di Gesù, per
la mia vanità. Uso Gesù per la mia vanità: e questo è peccato grave! Sarebbe meglio
che queste persone rimanessero a casa!”.
Alla fine, in un clima di grande
gioia, il saluto del Papa personale, affettuoso, con ciascuno dei presenti che parlano
con lui e gli consegnano lettere e piccoli doni e ancora un momento di preghiera comune
recitata a voce alta da Francesco che conclude con la benedizione. Ma c’è un fuoriprogramma: prima di lasciare laCattedraleil Papa riceve il saluto
e l'abbraccio caloroso delle religiose di tante congregazioni. In particolare alle
suore di clausura Francesco dice:
“Voi siete il sostegno della Chiesa, il
sostegno spirituale della Chiesa. Andate avanti con questa certezza. Il Signore vi
ha chiamate per sostenere la Chiesa, con la preghiera, con la grande preghiera".