Perugia: le ricchezze del bosco al centro della mostra fotografica “Il Mondo intorno
all’Albero”
Tre immagini di 37 fotografi per comunicare, tramite immagini, un unico messaggio:
tutelare il bosco è un ottimo investimento non solo in termini ambientali ma rappresenta
anche un modo per valorizzare economicamente i nostri territori. Si è chiusa ieri
a Perugia, nella Rocca Paolina, la mostra fotografica “Il Mondo intorno all’Albero”,
organizzata dal Pefc Italia, l’Organizzazione non governativa per il sistema di certificazione
forestale più diffuso al mondo, e dal forum Canoniani.it. Sulla mostra si sofferma,
al microfono di Marina Tomarro, il segretario generale del Pefc Italia, Antonio
Brunori:
R. - La
mostra ha un obiettivo, ovvero, quello di sensibilizzare lo spettatore a conoscere
il mondo forestale ed il mondo intorno all’albero sotto vari aspetti: dal bosco che
c’è dietro il singolo albero; dalla lotta agli incendi; fino alla rinascita delle
foreste. Tutto questo per riflettere su temi quali la gestione corretta delle foreste,
il rapporto tra economia, società e ambiente, tagli illegali e soprattutto la filiera
del legno della carta che parte dalla natura ed arriva sul tavolo dei consumatori.
D.
– Bosco come una salvezza per l’ambiente: come stanno in questo momento le nostre
foreste?
R. – Il bosco italiano copre un terzo della superficie totale ed è
presente prevalentemente in montagna: sulle Alpi, dove abbiamo boschi ad alto fusto
- soprattutto conifere - e sugli Appennini. Se parliamo di come stanno i nostri boschi
vediamo che dal 1930 ad oggi c’è stato un raddoppio della superficie forestale. All’estero
invece la situazione è diversa: in altri continenti come l’Africa, l’Asia ed il Sudamerica
abbiamo una perdita di 13 milioni di ettari l’anno. Questo problema è dovuto a varie
motivazioni: tagli illegali; uso delle superfici forestali per la geotecnia; per l’agricoltura
intensiva…
D. – Cosa cambia quando andiamo a parlare di una foresta, o di un
bosco che hanno la certificazione forestale ed altri invece che non ce l’hanno?
R.
– Tutto ciò che viene gestito con l’obiettivo di dare un valore e di promuovere gli
aspetti economici, sociali ed ambientali ha un vantaggio per il territorio e per le
collettività. La gestione sostenibile delle risorse forestali e quindi la possibilità
per le imprese di usare prodotti forestali locali, di legare il legno al bosco, sono
modi per creare economia e lavoro; quindi, difendendo l’ambiente ma anche le comunità
rurali, della montagna…
D. – Il Pefc in che modo può salvaguardare le foreste
sia in Italia che nel mondo?
R. – La certificazione forestale è uno strumento
che garantisce la tracciabilità della materia prima – legno e carta – da foreste gestite
in maniera sostenibile. Questo è importantissimo perché purtroppo il fenomeno della
criminalità del taglio illegale dei boschi è elevatissimo, soprattutto nel Sud del
mondo. Il Parlamento europeo ha dichiarato che il 20% di tutto ciò che entra in Europa,
per quanto riguarda i prodotti legnosi e cartacei, è di origine illegale. Questo è
un dramma che comporta, nel Sud del mondo, gravi ripercussioni sulle popolazioni locali
e sull’ambiente. Quindi, la certificazione forestale è quello strumento che ha un
valore etico e che permette di favorire e premiare chi fa bene le cose: dal taglio
del bosco, fino alla lavorazione dei prodotti legnosi e cartacei.
D. - Ma
le foreste possono rappresentare anche un nuovo modo per uscire dalla crisi economica?
R.
– Sì. Basta immaginare che attualmente in Italia utilizziamo soltanto un quinto di
quanto il bosco ricresce ogni anno; mentre noi importiamo il 90% di tutto il legname
che utilizziamo ed è la terza voce di deficit nazionale. La trasformazione del legno
invece è il terzo settore manifatturiero per il contributo alla bilancia commerciale,
con sette miliardi di euro di attivo; con un lavoro per oltre 400 mila persone.