2013-09-21 14:10:28

Papa Francesco: anche nella comunicazione, serve una Chiesa che sappia accendere il cuore


Nel mondo della comunicazione, la Chiesa è chiamata a portare calore e accendere il cuore. E’ quanto affermato da Papa Francesco nell’udienza di ieri mattina ai partecipanti alla Plenaria del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali. Il Papa ha sottolineato che è importante portare l’identità cristiana anche nel Continente digitale. Serve, ha detto, una Chiesa che sappia "mettersi in cammino con tutti". L’indirizzo d’omaggio al Papa è stato rivolto dall’arcivescovo Claudio Maria Celli, presidente del dicastero delle Comunicazioni Sociali. Il servizio di Alessandro Gisotti:RealAudioMP3

Portare Cristo nel mondo della comunicazione, accompagnando il cammino di ogni uomo. E’ quanto sottolineato da Papa Francesco che ha ricordato come, quest’anno, ricorra il 50.mo del Decreto Conciliare Inter Mirifica, un documento che mostra quanto la Chiesa sia attenta “alla comunicazione e ai suoi strumenti” anche “in una dimensione evangelizzatrice”. Il panorama comunicativo, ha riconosciuto il Papa, si è sempre più evoluto diventando per molti “un ambiente di vita” ed è allora fondamentale capire quale ruolo possa avere la Chiesa con le sue realtà comunicative:

“In ogni situazione, al di là delle tecnologie, credo che l’obiettivo sia quello di sapersi inserire nel dialogo con gli uomini e le donne di oggi, per comprenderne le attese, i dubbi, le speranze. Sono uomini e donne a volte un po’ delusi da un cristianesimo che a loro sembra sterile, in difficoltà proprio nel comunicare in modo incisivo il senso profondo che dona la fede”.

In effetti, ha constatato il Papa, “proprio oggi, nell’era della globalizzazione”, assistiamo “ad una crescita del disorientamento, della solitudine” e “vediamo diffondersi lo smarrimento circa il senso della vita, l’incapacità di fare riferimento ad una casa, la fatica di intessere legami profondi”:

“E’ importante, allora, saper dialogare, entrando, con discernimento, anche negli ambiti creati dalle nuove tecnologie, nelle reti sociali, per far emergere una presenza, una presenza che ascolta, dialoga, incoraggia. Non abbiate timore di essere questa presenza, portando la vostra identità cristiana nel farvi cittadini di questo ambiente. Una Chiesa che accompagna il cammino, sa mettersi in cammino con tutti!”.

C’è un’antica regola dei pellegrini, ha soggiunto, ripresa da Sant’Ignazio. “Quello che accompagna un pellegrino e che va col pellegrino – ha detto il Papa - deve andare al passo del pellegrino, non più avanti e non ritardare". E questo, ha spiegato, "è quello che voglio dire: una Chiesa che accompagna il cammino e che sappia mettersi in cammino”. La sfida che dobbiamo affrontare, ha poi aggiunto, “non è principalmente tecnologica”. Dobbiamo invece chiederci se “anche in questo campo”, siamo capaci “di portare all’incontro con Cristo” e siamo “capaci di comunicare il volto di una Chiesa che sia la casa per tutti”. Anche attraverso i mezzi di comunicazione sociale, ha aggiunto, dobbiamo far riscoprire “la bellezza di tutto ciò che è alla base del nostro cammino e della nostra vita, la bellezza della fede, dell’incontro con Cristo”:

“Anche nel contesto della comunicazione serve una Chiesa che riesca a portare calore, ad accendere il cuore. La nostra presenza, le nostre iniziative sanno rispondere a questa esigenza o rimaniamo tecnici? ? Abbiamo un tesoro prezioso da trasmettere, un tesoro che porta luce e speranza. Ce n’è tanto bisogno!”.

Tutto ciò, ha proseguito, “esige un’attenta e qualificata formazione, di sacerdoti, di religiosi, di religiose, di laici, anche in questo settore”. Ed ha avvertito che “il grande continente digitale non è semplicemente tecnologia, ma è formato da uomini e donne reali che portano con sé ciò che hanno dentro”:

“C’è bisogno di saper indicare e portare Cristo, condividendo queste gioie e speranze, come Maria che ha portato Cristo al cuore dell’uomo; c’è bisogno di saper entrare nella nebbia dell’indifferenza senza perdersi; c’è bisogno di scendere anche nella notte più buia senza essere invasi dal buio e smarrirsi; di ascoltare le illusioni di tanti, senza lasciarsi sedurre; di accogliere le delusioni, senza cadere nell’amarezza; di toccare la disintegrazione altrui, senza lasciarsi sciogliere e scomporsi nella propria identità. Questo è il cammino. Questa è la sfida".

La presenza della Chiesa nel mondo della comunicazione, ha ribadito, è importante “per dialogare con l’uomo d’oggi e portarlo all’incontro con Cristo”, nella consapevolezza che “il problema di fondo non è l’acquisizione di sofisticate tecnologie”. L’incontro con Cristo, ha riaffermato, “è un incontro personale”:

"Non si può manipolare. In questo tempo noi abbiamo una grande tentazione nella Chiesa, che è l’acoso [molestia] spirituale: manipolare le coscienze; un lavaggio di cervello teologale, che alla fine ti porta a un incontro con Cristo puramente nominalistico, non con la Persona di Cristo Vivo. Nell’incontro di una persona con Cristo, c’entra Cristo e la persona! Non quello che vuole l’ingegnere spirituale che vuol manipolare. Questa è la sfida".

“Sia sempre ben chiaro in noi - ha concluso - che il Dio in cui crediamo, un Dio appassionato per l’uomo, vuole manifestarsi attraverso i nostri mezzi, anche se sono poveri, perché è Lui che opera, è Lui che trasforma, è Lui che salva la vita dell’uomo”.

Ultimo aggiornamento: 22 settembre







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