Coree: stop agli incontri tra famiglie separate dalla fine della guerra del '53
Nuova battuta d’arresto per i ricongiungimenti tra le famiglie delle due Corre rimaste
separate dalla fine della guerra nel 1953. Il governo di Pyongyang ha sospeso gli
incontri tra piccoli gruppi di parenti in programma in Corea del Nord tra il 25 e
30 settembre prossimi. Lo ha fatto sapere un comunicato diffuso dall’agenzia Yonhap.
In merito alla decisione Eugenio Bonanata ha intervistato Rossella Ideo,
esperta ed analista geopolitica dell’Asia orientale:
R. – La riunione
delle famiglie divise è un atto simbolico perché dalla Guerra di Corea, finita nel
1953, sono state divise dieci milioni di famiglie dalla linea del 38.mo parallelo
decisa nel Dopoguerra come una “divisione tecnica”. Quindi il “disgelo”, la parola
d’ordine della Corea del Sud con le presidenze di Kim Dae-jung e di Roh Moo-hyun
dal 1998 al 2007, è veramente lontana! Qui ci troviamo di fronte ancora a due Stati
nemici che si fronteggiano a muso duro, in un certo senso. Quindi questa tragedia
del Paese diviso continua a protrarsi perché nel '53 è stato firmato un armistizio,
ma la pace non è mai stata firmata tra i due Stati coreani.
D. - Pyongyang
invoca la normalizzazione dei rapporti con Seoul, una questione che è legata anche
ai colloqui sul nucleare ...
R. - Certamente. La Corea del Nord ritiene di
doversi difendere dall’assedio - per dirlo con le loro parole – degli Stati Uniti
e l’unico modo, l’unica carta che ha in mano da giocare - dato che la sua economia
è sempre e continua ad essere disastrata - è quello di puntare sul nucleare. La Corea
del Nord si senta accerchiata e continua ad essere uno Stato guarnigione. Pensate
che ogni adulto deve prestare dieci anni di servizio militare e che la Corea del Nord
ha un numero sproporzionato di militari rispetto alla sua popolazione, oltre 1,2 milioni.
Quindi è uno Stato guarnigione che sa che la sua sopravvivenza è legata al ricatto
nucleare.
D. - Qual è la posizione, attualmente, a netto di tutto, della Corea
del Nord nello scacchiere internazionale?
R. - La Corea del Nord è un Paese
isolato colpito da un numero enorme di sanzioni; forse è uno degli Stati più sanzionati
al mondo. Recentemente sono state inflitte, da parte degli Stati Uniti, delle sanzioni
finanziare che poi sono state addirittura adottate anche dalla Cina, per cui le transazioni
finanziarie sono diventate praticamente impossibili per la Corea del Nord. La cosa
importante da sottolineare è che la guerra fredda non è solo tra la Corea del Nord
e la Corea del Sud, ma coinvolge le grandi potenze che giocano sullo scacchiere internazionale.
A monte c’è – diciamolo pure - l’accerchiamento della Cina: gli Stati Uniti hanno
basi militari che accerchiano la Cina, e la Corea del Nord è l’unico piccolo spazio
libero ormai; se questa cadesse, effettivamente la Cina sarebbe accerchiata. Questo
lo sanno benissimo i due protagonisti. Quindi il vero problema - in un certo senso
- è quello che divide gli Stati Uniti e la Cina da molti decenni.
D. - Altra
questione che preoccupa la Comunità internazionale – in particolare l’Onu - è il rispetto
dei diritti umani in Corea del Nord ...
R. - I nemici vengono rinchiusi nei
gulag. Sono migliaia i nordcoreani che sono andati al Sud, e quindi abbiamo un riscontro
di quello che sono questi campi di concentramento. Anche questo, come dire, non giustifica
nella maniera più assoluta la Corea del Nord, ma fa parte di questo clima di guerra
fredda. Se non si arriverà a firmare una pace, che comprenda due Paesi e due sistemi,
non si riuscirà a risolvere nulla.