Colombia: i colloqui di pace a Cuba conclusi con un nulla di fatto
Governo e guerriglia hanno chiuso all’Avana l’ennesima tornata di colloqui senza raggiungere
un’intesa sul secondo tema dell’agenda del processo di pace, la partecipazione alla
vita politica nazionale, dandosi appuntamento per una nuova tappa del dialogo il 3
ottobre, tra le critiche reciproche. In una nota congiunta diffusa dalla capitale
cubana e ripresa dall'agenzia Misna, le parti affermano di stare “proseguendo nella
costruzione di accordi” dopo aver studiato nelle ultime settimane “distinti meccanismi
di partecipazione cittadina e dialogo sociale”. Precisano inoltre che continua “la
discussione dei diversi pareri sul modo migliore di rafforzare le organizzazioni e
i movimenti sociali e le garanzie necessarie per il loro effettivo funzionamento nel
quadro della democrazia”. Sta di fatto che di concreto è emerso poco, fatta eccezione
per l’esortazione del capo negoziatore del governo Humberto de la Calle che si è rivolto
alla guerriglia chiedendo “meno retorica e più efficacia per costruire accordi… perché
la pazienza dei colombiani non è infinita”. A 11 mesi dall’appuntamento di Oslo, dove
fu aperto formalmente lo storico processo di pace volto a porre fine a mezzo secolo
di guerra, il governo ha allo stesso tempo espresso il suo ottimismo “per il successo
del negoziato”. Le Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc) hanno a loro
volta contestato il governo, in particolare per aver presentato in modo “unilaterale”
al Congresso un’iniziativa di referendum popolare come meccanismo per convalidare
gli accordi che si raggiungeranno nel corso delle trattative. A margine del processo
di pace, esecutivo e guerriglia hanno invitato organizzazioni sociali e cittadini
a partecipare ai due forum sulle droghe che si terranno fra il 24 e il 26 settembre
e fra l’1 e il 3 ottobre. (R.P.)