2013-09-21 11:22:54

Brasile: nuova condanna per l'assassinio di suor Dorothy Stang


Il ‘fazendeiro’ (latifondista) Vitalmiro Bastos de Moura, detto Bida, è stato condannato a 30 anni per aver ordinato l’assassinio di suor Dorothy Stang, 73 anni, la missionaria statunitense naturalizzata brasiliana uccisa a sangue freddo con sei colpi di pistola il 12 febbraio 2005 ad Anapu, nello Stato amazzonico del Pará. Si tratta del quarto processo per Bida per la stessa vicenda: nei tre precedenti, era stato assolto una volta e condannato due. A conclusione dell’ultimo processo, nel 2010 - riferisce l'agenzia Misna - gli erano stati inflitti sempre 30 anni di prigione ma il Supremo tribunale federale (Stf) aveva infine annullato il dibattimento ritenendo che la difesa fosse stata penalizzata. Anche ieri di fronte al giudice Raimundo Flexa di Belém, capitale del Pará, la difesa di Bida ha tentato di convincere la giuria della sua innocenza presentando la deposizione di un ex poliziotto e un documento inedito secondo il quale fu un agente delle forze dell’ordine a fornire l’arma del delitto. Bida – ricordano fonti di stampa brasiliane – rivendicava la proprietà di un lotto ad Anapu che suor Dorothy sperava di poter ottenere per creare un insediamento per contadini poveri ‘senza terra’. I ‘Progetti di sviluppo sostenibile’ (Pds) di suor Dorothy, missionaria delle Sorelle di Nostra Signora di Namur, minacciavano gli interessi dei ‘fazendeiros’ in una regione storicamente segnata dai conflitti per il possesso della terra e a oggi ‘maglia nera’ per violazioni dei diritti umani nei confronti dei piccoli contadini e dei popoli indigeni nonché per il fenomeno del ‘grilagem’, l’appropriazione illegale di terra. Per questo, in base a quanto ricostruito dagli inquirenti, Bida, in complicità con un altro latifondista, Regivaldo Pereira Galvão (detto Taradão), pagò l’equivalente di 50.000 reais per l’assassinio della missionaria all’esecutore materiale Rayfran das Neves, reo confesso, e al suo complice Clodoaldo Batista; Amayr Feijoli da Cunha, detto Tato, fece da intermediario. Dei cinque, Rayfran è stato condannato a 27 anni e da luglio è agli arresti domiciliari; Taradão è stato assolto nell’agosto dello scorso anno, Tato è in cella anch’egli con una condanna, Clodoaldo, condannato a 17 anni, è latitante da tre. “Il sangue versato ha dato vita a una lotta che non è mai finita. Seppelliamo i martiri ma il grido per una società giusta e per la difesa dell’ambiente è diventato assordante” ebbe occasione di dire mons. Erwin Krautler, vescovo dello Xingu, nella cui diocesi suor Dorothy svolgeva il suo servizio missionario. (R.P.)







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