Letta: deficit al 3.1%. Le Acli chiedono il reddito minimo
Il governo si impegna a rimanere entro il 3,1% del rapporto deficit/pil, mentre la
ripresa arriverà solo a fine anno, Lo dice la nota di aggiornamento del Documento
di economia e finanza, il def, approvata dal Consiglio dei Ministri. Per la Ue un
impegno senza ambiguita' per conti pubblici sani e' fondamentale per ricostruire la
fiducia dei mercati nell'Italia. Alessandro Guarasci:
“L’interruzione
della discesa dei tassi e la ripresa dell’instabilità politica pesa sui conti e per
questo non siamo stati in grado di scrivere oggi 3%” nel Def. Così il premier Enrico
Letta sullo sforamento al 3,1% del rapporto deficit/pil, anche se assicura che il
governo rispetterà gli impegni presi. La ripresa quando arriverà sarà modesta. Quest’anno
il Pil calerà dell’1.7%, solo a fine anno ci sarà un modesto rialzo e nel 2014 il
prodotto interno loro crescerà dell’1%. Quanto all’Iva “affronteremo e discuteremo
di tutte le questioni aperte” a partire da quelle fiscali, dice Letta. Il premier
ha affermato che nel triennio sono stati investiti 12 miliardi per la crescita. Dal
loro convegno di Cortona le Acli chiedono che l’esecutivo metta in campo misure per
contrastare la povertà. Il presidente Gianni Bottalico:
R. -
Possiamo fare delle scelte politiche ben precise, lo abbiamo detto al governo. Mi
pare che anche il ministro Giovannini si sia impegnato nell’elaborazione del patto
interno di stabilità. Chiaramente, le risorse vanno trovate e vanno effettuate delle
scelte politiche. Stiamo dicendo e stiamo continuando a sostenere che ci sono due
motivazioni fondamentali: prima di tutto è una scelta europea, quella del reddito
di inclusione "come lo abbiamo chiamato noi", perché l’Italia è l’unico Paese insieme
alla Grecia in Europa che non ha alcuna politica intorno a questo; poi perché riteniamo
comunque che una seria analisi della situazione, consenta invece di risparmiare una
serie di risorse che oggi vengono comunque investite anche dai privati, dal mondo
delle associazioni, nel mondo della povertà assoluta rispondendo senza una razionalità,
cosa che invece consentirebbe l’introduzione, a livello di politiche di governo, di
un reddito di inclusione sociale.
D. - In questo momento abbiamo bisogno di
rafforzare il welfare. La politica invece sembra andare nella direzione opposta ...
R.
- Noi abbiamo bisogno di tenere, nel nostro Paese, la coesione sociale. Questo è il
vero rischio che, tra l’altro, è un’emergenza anche democratica e, ancora di più,
di sostenibilità. Quindi a maggior ragione, oggi, riflettere, riformare il welfare
è la condizione per concorrere e uscire dalla crisi.