Legge sull’omofobia. Belletti (Forum famiglie): resta rischio del reato d’opinione
Primo via libera alla legge sull'omofobia alla Camera dei deputati. Giovedì, l’Aula
di Montecitorio ha approvato il testo investito da molte critiche e sul quale la maggioranza
di governo si è di nuovo spaccata. Pd e Scelta Civica hanno votano sì all’aggravante
di omofobia inserita nella Legge Mancino, contrario il Pdl. Una misura attenuata dal
cosiddetto emendamento "salva associazioni" che garantisce il pluralismo delle idee
alle organizzazioni politiche e religiose. Per un commento, Marco Guerra ha
intervistato Francesco Belletti, presidente del Forum delle Associazioni familiari:
R. - Restiamo
dell’idea che l’impianto originario della legge sia comunque molto ideologico. Riteniamo
il lavoro parlamentare ancora troppo affrettato e questo ha impedito un serio dibattito
nel Paese su un tema che meriterebbe maggiore cautela. Ogni intervento che impedisce
le conseguenze più pericolose rispetto alla libertà di espressione è benvenuto e mi
sembra che qualche cosa in questo senso sia stata inserita nell’attuale testo. Anche
il riferimento diretto alla Legge Mancino per introdurre l’aggravante dell’omofobia
ci sembra particolarmente complesso da gestire. In sostanza restiamo dell’idea che
questa legge non dovrebbe essere approvata.
D. - Il “salva associazioni” -
come è stato denominato l’emendamento che garantisce il diritto d’opinione nell’ambito
di correnti ideologiche, religiose, politiche - è sufficiente per garantire la libertà
di opinione o si rischia comunque di incorrere in provvedimenti giudiziari?
R.
- Io credo che il “salva associazioni” dimostri proprio l’esistenza di una criticità
grave. L’incertezza della definizione dell’omofobia, l’incertezza nel distinguere
tra comportamenti e opinioni che questa proposta di legge porta dietro con sé conferma
questo. Quindi è certamente un intervento positivo e indebolisce i rischi più pesanti
di azioni contro chi la pensa diversamente. Resto sempre preoccupato del fatto che
un’affermazione del tipo: “Un bambino per crescere in modo equilibrato ha bisogno
di un padre e di una madre”, possa essere portata davanti ad un tribunale con l’accusa
di omofobia. Già sta accadendo nel dibattito pubblico, non vedo con quali meccanismi
protettivi questa cosa sarà impedita se questa legge viene approvata. Quindi siamo
ancora molto preoccupati.
D. - Di fatto si sta creando un soggetto giuridico
ultra tutelato rispetto ad altre categorie ...
R. - È emerso un "luogo sociale"
nuovo, senza fondamenti giuridici. Le definizioni di trans gender, di transessualità,
di omofobia sono tutte poggiate su un percorso “più culturale ideologico” che non
“giuridico fondativo”. Quindi, costruiamo un diritto sulle sabbie mobili; peccato
che poi le implicazioni siano di tipo penale, che quindi porteranno delle persone
davanti a tribunali. Bisogna trovare una nuova forma per combattere qualunque atteggiamento
di discriminazione verso qualunque persona fragile. Non capisco perché la condizione
dei disabili non debba essere assimilata a questa specifica condizione. Di fatto,
le nostre leggi sono già uno strumento adeguato per proteggere le persone che vengono
discriminate. Quindi, questa legge ci sembra veramente frutto di una lobby e non di
un progresso del Paese.
D. - C’è un ulteriore rischio: quello che questa legge
possa fare da battistrada a una normativa che intervenga realmente sulla composizione
antropologica dell’uomo e della famiglia ...
R. – Tra i diversi promotori e
sostenitori questa affermazione è già stata fatta nei mesi scorsi come linea strategica
complessiva. Quindi non è un rischio sotterraneo, appartiene a una strategia generale.
Siamo costretti a confrontarci con una revisione dell’identità della famiglia iscritta
nella nostra Costituzione, sul tema delle adozioni a coppie omosessuali ... Insomma,
la questione è l’inizio di una lunga riflessione. Io sfido chiunque a dire che sul
tema dei cosiddetti “diritti civili” si fermeranno a questa legge contro l’omofobia.
Hanno già dichiarato che prossimo passo sarà il riconoscimento delle unioni e l’adozione
ai gay. Quindi non è un rischio, è un progetto!