2013-09-20 15:25:48

Ennesimo assalto di migranti alla frontiera di Ceuta. Msf: subiscono violenze di ogni tipo


Ennesimo assalto giovedì da parte di circa 200 migranti che hanno cercato di oltrepassare la barriera che segna il confine tra il Marocco e l’enclave di Melilla, città autonoma spagnola che, con quella di Ceuta, rappresenta il baluardo tra Africa e Europa. Anche nei giorni scorsi si erano registrati tentativi da parte degli immigrati giunti clandestinamente in Marocco di oltrepassare la frontiera. Secondo fonti del governo di Madrid, circa 600 migranti di origini subsahariane si ammassano lungo la linea frontaliera, in attesa di entrare clandestinamente nelle enclave iberiche in Nord Africa. Francesca Sabatinelli ha intervistato Enrica Picco, responsabile affari umanitari di Medici Senza Frontiere Spagna:RealAudioMP3

R. - Negli ultimi dieci anni le politiche dell’Unione Europea sul controllo della migrazione si sono rafforzate molto. E questo ha fatto diventare il Marocco un Paese non solo di transito, ma di destinazione per i migranti. Negli ultimi anni abbiamo registrato un aumento delle persone che, arrivando in Marocco e non potendo poi passare in un modo o nell’altro la frontiera, si trovano bloccati in quel Paese. Inoltre, i controlli di polizia sulla frontiera, sia da parte delle autorità spagnole delle enclave di Ceuta e Melilla, sia da parte delle autorità marocchine, sono sempre più stretti. Queste persone cercano quindi di superare questi controlli in ogni modo e con ogni mezzo. I tentativi di massa come quelli che abbiamo visto negli ultimi giorni sono un’eccezione, ma purtroppo questa è una realtà che i nostri team sul terreno testimoniano di continuo.

D. - Queste persone di cui parliamo da dove arrivano? Sono migranti di tipo economico, fuggono dalle guerre?

R. - Per la maggior parte provengono dall’Africa Sub sahariana e sono uomini, le donne e i bambini sono una minoranza. La maggioranza di questi migranti ha deciso di lasciare il proprio Paese per ragioni economiche, per cercare un futuro migliore in Europa o in altre parti del mondo. Soltanto un terzo della popolazione ha lasciato il proprio Paese per ragioni legate a conflitti o per cercare asilo politico da un’altra parte. Le leggi marocchine ritengono le persone entrate illegalmente nel Paese come criminali. Quindi, pur se sul piano giuridico potrebbero accedere a cure mediche o a sostegni, non lo fanno proprio per la paura di essere poi arrestati.

D. - Negli anni "Medici Senza Frontiere" ha redatto diversi rapporti sulla condizione degli immigrati clandestini in Marocco. E ha testimoniato anche che spesso queste persone sono vittime di ripetuti episodi di violazione dei diritti umani ...

R. – Assolutamente! Anche nell’ultimo rapporto che abbiamo pubblicato a marzo del 2013, è stato evidenziato come una larga maggioranza di migranti che riceviamo nelle nostre strutture hanno subito ripetute violenze, sia lungo il cammino che li ha portati in Marocco, sia in Marocco stesso. E queste violenze provengono, in primo luogo, dalle forze di sicurezza, perché il controllo a livello di polizia è divenuto molto più severo negli ultimi anni, sia alla frontiera con l’Algeria, - che rappresenta il punto di ingresso di immigrati in Marocco - sia alla frontiera tra Spagna e Marocco. Qui i controlli delle forze di sicurezza sono stati spesso molto violenti, e hanno portato spesso alla violazione dei diritti umani dei migranti con violenze, raid ed espulsioni ripetuti, anche di minori o donne incinte, assolutamente vietate dalle convenzioni che il Marocco stesso ha sottoscritto. Poi c’è un altro tipo di violenza: quella delle bande criminali di contrabbando, dei gruppi di trafficking, che hanno un peso notevole nelle sofferenze dei migranti in Marocco e che, purtroppo, per ora non sono ancora stati contrastati adeguatamente, né dal governo del Marocco, né dai vari governi dell’Unione Europea che comunque si ritrovano poi a pagare le conseguenze delle azioni di queste bande criminali.

Ultimo aggiornamento: 21 settembre







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