Elezioni in Germania: secondo i sondaggi la coalizione guidata dalla Merkel in testa
per un soffio
Si svolgono domani le elezioni federali in Germania. Gli ultimi sondaggi assegnano
la maggioranza al cancelliere tedesco, Angela Merkel, sostenuta dalla coalizione,
formata da cristiano-democratici e liberali, ma solo di pochi decimi percentuali.
Un voto importante al quale anche tutta l’Europa guarda con attenzione. Il servizio
di Giancarlo La Vella:
Cristiano democratici
e liberali arriverebbero insieme al 45,5%, mentre i tre partiti di opposizione – socialdemocratici,
verdi e Die Linke – raggiungerebbero invece un totale del 44,5%. Il partito anti-euro
AFD, secondo alcuni potrebbe superare a sorpresa lo sbarramento del 5%, facendo perdere
la maggioranza assoluta alla coalizione di governo. Ma su queste elezioni occhi puntati
anche da parte di tutta l’Unione Europea. Ne abbiamo parlato con Federiga Bindi,
docente di diritto internazionale e comunitario:
R. - La Germania sta dettando
tempi e modi della ripresa economica, ma finché non ci saranno le elezioni e non ci
sarà conferma di chi vince – se sarà possibile fare una coalizione di maggioranza
o meno – non si saprà chi la Merkel vorrà come suo rappresentante nelle istituzioni
europee. Adesso lei è sotto il giudizio del suo Paese, quindi deve fare politiche
– specie in materia monetaria ed economica – che piacciono al suo elettorato. Dopodiché
si spera che pensi al futuro del continente e al bene comune, perché questo rigore
in cui stiamo vivendo chiaramente ci sta ammazzando tutti.
D. – Come i tedeschi
stanno guardando alle politiche della Merkel?
R. – Mi pare di capire che i
tedeschi sostengano la Merkel. Fondamentalmente loro non si fidano del Sud d’Europa,
quindi la seguono nel momento in cui dice: “Vogliamo una politica di rigore che sia
quella che decidiamo noi”. Bisogna vedere se, una volta che la Merkel si sia assicurata
la sua audience domestica e abbia vinto le elezioni, si renda poi conto che a lungo
andare la politica di rigore - restringendo le transazioni, restringendo l’area di
benessere europeo – alla fine si ritorce anche sulla Germania stessa.