Tensione nella maggioranza. Il politologo Pombeni: a rischio credibilità dell'Italia
Tensione alle stelle ed equilibri sempre più complicati nella maggioranza che sostiene
il governo Letta, all’indomani del videomessaggio di Berlusconi e del voto in giunta
a favore della sua decadenza. Il presidente del consiglio Letta e il Partito democratico
difendono l’operato della magistratura, mentre Berlusconi e il Pdl legano la permanenza
nel governo alle politiche fiscali. Il Servizio di Marco Guerra: Non si placa il
botta e risposta a distanza tra le due principali anime della maggioranza, dopo il
video messaggio di Berlusconi, in cui attacca la magistratura salva il governo e conferma
il suo impegno politico anche in caso di decadenza da senatore. Letta si è schierato
apertamente dalla parte della magistratura, a cui “conferma un rispetto pieno e totale”.
Ma soprattutto il premier rifiuta di restare con il cerino in mano e, rivolgendosi
a chi “usa il governo come un punging ball”, garantisce che “al momento opportuno
giocherà all’attacco”. E il mal di pancia cresce nel Pd, dove sono sempre più insofferenti
verso l’alleato di governo. Intanto Berlusconi, in occasione dell’inaugurazione della
sede della nuova Forza Italia, ha ribadito la volontà di appoggiare il governo e ha
rilanciato la sfida sul tema delle tasse, al quale ha legato la durata dell’esecutivo.
Ma la maggioranza torna a spaccarsi sull’omofobia: alla Camera è passato senza il
voto del Pdl dall’emendamento Verini che introduce un aggravante per i reati “fondati
sull’omofobia o transfobia”.
A rischio la tenuta del governo: all’interno del
Pd c’è chi vorrebbe chiudere l’esperienza dell’esecutivo Letta. Un’ipotesi questa
al momento non contemplata dal leader Pdl che ha annunciato la rinascita di Forza
Italia. Sul futuro politico in Italia Paolo Ondarza ha intervistato il politologo
Paolo Pombeni:
R. – Il problema
è che sono tutti prigionieri di una situazione molto difficile, dal punto di vista
economico, dal punto di vista sociale, dal punto di vista dei rapporti con l’Europa,
per cui tutti hanno un’enorme paura ad assumersi la responsabilità di far cadere questo
governo. Però, purtroppo, da un altro punto di vista, sia il Pdl che il Pd ritengono
di dover affermare le loro piccole identità di parte e quindi tirano continuamente
una corda che rischia di spezzarsi.
D. – Quale vantaggio trarrebbero Pd e
Pdl da una caduta del governo?
R. – Non trarrebbero nessun vantaggio; entrambi
trarrebbero più che altro degli svantaggi, perché questo all’opinione pubblica darebbe
l’immagine di una classe politica poco responsabile. Sono le classi dirigenti interne
che ritengono di trarre vantaggio da una caduta del governo, perché dall’una e dall’altra
parte pensano di non essere “logorati” e quindi pensano di poter mantenere il loro
attuale livello di consenso grazie ad una drammatizzazione della situazione. Però
è un calcolo di breve respiro!
D. – Ci si devono aspettare svolte interne ai
due schieramenti Pd-Pdl? Ieri, l’annuncio della rinascita di Forza Italia: c’è chi
punta ad un rinnovamento interno al Pd con Matteo Renzi …
R. – Entrambi i
partiti cercano di ritrovare delle verginità che hanno irrimediabilmente perduto.
Questa mi sembra, però, una prospettiva molto molto pericolosa, perché alla fine ne
farà inevitabilmente le spese il governo. Non è che si può andare avanti con un governo
retto da forze che reciprocamente parlano malissimo l’una dell’altra …
D. –
Cosa significherebbe in termini economici, di credibilità internazionale faticosamente
riguadagnata, andare ad elezioni anticipate?
R. – La prima conseguenza sarebbe,
sicuramente, un peggioramento della nostra situazione nello spread e quindi del debito
pubblico; probabilmente salterebbero alcune scadenze dovute come il decreto sull’Imu,
come il documento di programmazione economica e finanziaria, eccetera. La seconda
conseguenza è che si accentuerebbe nel Paese l’immagine del “facciamola finita a tutti
i costi”, e quindi alla fine le forze più populiste, per intenderci – da Beppe Grillo
in avanti – ne avrebbero un grande beneficio. E il terzo problema è che saremmo bruciati
in Europa, perderemmo sia la possibilità di essere protagonisti sulla scena internazionale,
sia la possibilità di avere aiuti da parte degli altri in momenti di difficoltà.
D.
– Citava Grillo, la cui forza non va sottovalutata, non va dimenticata. In questo
scenario, il leader del Movimento 5 Stelle annuncia di voler vincere alle prossime
elezioni con il “Porcellum” per poi cambiare la legge elettorale ed introdurre il
sistema proporzionale. Sta riguadagnando punti, Grillo?
R. – Grillo gioca una
partita d’azzardo, no? Cioè, sa che per vincere ha bisogno del “Porcellum”, dopodiché
farà quello che fanno tutti questi movimenti populisti, no? Si farà una legge elettorale
a sua misura in maniera che sia fintamente proporzionale ma che in realtà non lasci
spazio a nessun altro …