Uganda: nuovo intervento per la lotta all’Aids nella regione della Karamoja
A Morilinga, nel distretto di Moroto, regione della Karamoja, agenzie internazionali,
ong e associazioni locali si sono riunite per condividere strategie e impegni per
l’eliminazione del virus Hiv da madre a figlio (Emtct). Il nuovo intervento strategico,
denominato OptionB+, è stato recentemente adottato dal Ministero della Salute ugandese.
Si tratta di un protocollo terapeutico semplificato per ridurre la trasmissione verticale
dell’Hiv, oltre che la mortalità tra le donne sieropositive e tra i neonati esposti
al contagio. In un comunicato inviato all’agenzia Fides, l’organizzazione Medici con
l’Africa Cuamm dichiara che la campagna è stata lanciata in alcune zone del Paese
individuate come prioritarie sulla base della prevalenza dell’Hiv. Tra queste, la
regione della Karamoja dove il Cuamm è partner principale di Unicef nell’implementazione
del progetto che è stato presentato ufficialmente. L’intervento riguarda tutti e 7
i distretti della regione con l’obiettivo principale di rafforzare il sistema sanitario
primario per l’offerta dei servizi di prevenzione della trasmissione madre-figlio,
nonché adeguati servizi sanitari materni e neonatali. Le attività previste vanno dalla
formazione dello staff locale sul trattamento antiretrovirale al rafforzamento del
monitoraggio in tempo reale dei parti delle donne sieropositive per i neonati che
necessitano di profilassi. Il Cuamm interverrà inoltre nella fornitura di ulteriori
attrezzature dove necessario, e nell’implementazione di cliniche mobili per assistere
le donne che vivono a più di cinque chilometri di distanza dai Centri sanitari. Le
comunità hanno coinvolto nel progetto autorità locali e leader religiosi, agenti sanitari
e si sono impegnate per la formazione di gruppi di supporto. “Lavorare in quest’area
è molto difficile,” si legge nel comunicato. “La popolazione è composta per lo più
da pastori seminomadi. Ogni mese in Karamoja 100 donne sieropositive partoriscono
senza avere accesso ai servizi di prevenzione per la trasmissione verticale e ogni
mese 24 neonati esposti al contagio diventano sieropositivi. Metà di loro muoiono
entro i 12 mesi se non sono curati con gli antiretrovirali”. (R.P.)