Tanzania: ancora gravi le condizioni del sacerdote aggredito con l’acido
“Le condizioni di padre Anselmo purtroppo rimangono molti gravi, perché l’acido continua
a penetrare sotto gli strati superficiali della pelle” dice all’agenzia Fides mons.
Augustine Shao, vescovo di Zanzibar, che visita regolarmente all’ospedale padre Anselmo
Mwanga’mba, il sacerdote cattolico assalito il 13 settembre da ignoti con un getto
di acido nell’isola di Zanzibar. “Stiamo studiando la possibilità di trasferirlo all’estero,
forse in India, in un Centro specializzato nel curare questo genere di casi” dice
mons. Shao. Padre Anselmo è solo l’ultima vittima di una serie di attacchi con acido
avvenuti nell’isola negli ultimi mesi. Le altre vittime comprendono due ragazze inglesi
di 18 anni giunte a Zanzibar come volontarie e Fadhil Suleiman Soraga, Segretario
del Mufti Capo di Zanzibar. “La questione di questi attacchi violenti è complessa”
dice il vescovo. “A Zanzibar da almeno un anno registriamo gravi episodi violenti.
Ricordo ad esempio che un altro sacerdote, padre Ambrose Mkenda è stato gravemente
ferito a Natale dello scorso anno ed è ancora in convalescenza, mentre a febbraio
è stato ucciso padre Evarist Mushi ”. “Una delle cause delle violenze è la tensione
politica relativa alla nuova Costituzione e l’emergere della richiesta da parte di
alcune forze politiche dell’indipendenza di Zanzibar dal resto del Paese. Vi sono
inoltre contrasti sulla revisione delle liste dei votanti per le elezioni del 2015”.
(Si ricordi che dopo l’indipendenza ottenuta nel 1963, l’anno successivo Zanzibar
si è unito al Tanganika dando vita all’odierna Tanzania). “Sul versante economico
e sociale, tra gli abitanti dell’isola prevale il sentimento di essere scavalcati
dai lavoratori provenienti da altre aree della Tanzania e da Paesi stranieri, come
il Kenya, che toglierebbero ai locali posti di lavoro e opportunità economiche” continua
mons. Shao. “Infine c’è la propaganda islamica estremista da parte di predicatori
formatisi all’estero, che diffondono l’odio contro i cristiani. Diversi giovani isolani
sono stati inviati a formarsi all’estero e importano queste idee a Zanzibar, mentre
predicazioni violente sono propagate attraverso i media locali” afferma il vescovo.
“Insomma le cause di questi atti violenti sono molteplici e combinate tra loro. È
una situazione complessa ma la domanda alla quale non posso rispondere è perché i
cristiani e i cattolici in particolare sono presi così di mira. Oltre ai sacerdoti
aggrediti abbiamo avuto 4 chiese vandalizzate e distrutte, la maggior parte delle
quali cattoliche” conclude mons. Shao. (R.P.)